Senza assessori, ma con tutti i consiglieri di maggioranza schierati ai loro posti, come non avveniva da molti mesi. Così il sindaco Maurizio Brucchi si è presentato ieri pomeriggio in Consiglio comunale, il primo dopo l'inizio della crisi che ha sfaldato la maggioranza. Un vero e proprio one man show o se vogliamo un uno contro tutti difficile da affrontare, come ha rimarcato Brucchi, anche per chi, come lui, vanta oltre 17 anni di esperienza politica e amministrativa. Banchi pieni di consiglieri, dunque, ma anche di distinguo. Perché l'appoggio a Brucchi è condizionato, dai programmi, dal cambio di rotta, dal ruolo di primo piano che i consiglieri pretendono ma anche e soprattutto dalla nuova Giunta, che Brucchi presenterà tra domani e dopdomani. Il sindaco fa mea culpa, una due, tre volte, fino a perdere il conto, ammette che i rimpasti di Giunta «sono stati troppi», e afferma che il suo unico scopo è quello di evitare l'arrivo del commissario che «farebbe solo l'ordinario. Mentre noi, con oltre 4500 sfollati, abbiamo bisogno dello straordinario».
IL DISCORSOParla a braccio, Brucchi, perché «quello che ho da dire ce l'ho qui», toccandosi il petto dalla parte del cuore. Emozionato, ma anche sollevato, tanto che si azzarda a tentare una ripartenza da zero. «E' come se si fosse votato ieri», dice, promettendo un cambio di metodo, un nuovo programma di fine mandato, maggior coinvolgimento dei consiglieri e una nuova Giunta, a sette, come ormai era scontato, l'unica scelta possibile, dopo la minaccia dei gattiani di uscire dall'esecutivo. E poi l'affondo, durissimo, verso i suoi alleati, i capicorrente, a cui Brucchi ammette di aver dato «troppo retta» e scaglia il suo strale. «Io ho sbagliato, lo ammetto, fare una Giunta a nove in questo momento è stato un errore, ma ero solo? Perché sono solo io a fare mea culpa?». Brucchi è un fiume in piena e dopo un «non mollo per il bene di Teramo» ecco che si toglie un macigno dalla scarpa, dicendo a chiare lettere che qualcuno tra i suoi (ex) alleati che riveste un ruolo politico importante in Regione avrebbe pronunciato la frase «Io con Brucchi non mi ci mischio più». Il riferimento sembrerebbe essere a Mauro Di Dalmazio e Gianni Chiodi.
Brucchi lancia un monito, finalizzato a far cessare le lotte intestine e la promessa che le scelte strategiche da oggi in poi verranno concertate, non discusse in cene private. «Il Consiglio comunale è l'unica sede in cui si discutono i temi politici, qui si nasce, qui si muore». Pochi i passaggi sul programma, tra cui anche il polo scolastico nell'area del vecchio stadio e alla San Giuseppe. I gattiani aspettano la Giunta, l'appoggio resta condizionato, così come quello dei consiglieri Vincenzo Falasca, e Alfredo Caccioni, protagonista di un duro intervento verso il sindaco e di un messaggio a Paolo Tancredi «Ha detto che dietro la crisi c'erano interessi biechi e personali, bene, vediamo come andrà a finire con la Team», I due hanno ufficializzato l'addio a Futuro In e l'ingresso nel gruppo misto. Mimmo Sbraccia invece non ha parlato. lo ha fatto il capogruppo di Insieme per Te Domenico Narcisi. Un chiaro distinguo si è percepito tra Guido Campana, più morbido, e il capogruppo di Al centro per Teramo Angelo Puglia, che ha lanciato più di una stilettata «Il commissario arriva quando c'è una patologia, è una cura, non è peggiore della malattia», ha detto. Il gruppo, insieme a Raimondo Micheli di Fratelli d'Italia-An resta fuori dalla maggioranza, ma voterà i provvedimenti importanti.