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Pescara, 24/07/2024
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Data: 16/06/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Dayco, 200 lavoratori scendono in piazza. Sit-in davanti alla sede della Regione: i dipendenti temono una riduzione di personale nei tre stabilimenti del gruppo

CHIETI Avevano preventivato 30 ore di astensione dal lavoro e dopo tre giornate di sciopero nei tre stabilimenti di Chieti, Manoppello e Colonnella (Teramo), ieri, circa 200 lavoratori dei 600 in forza alla Dayco Europe srl, hanno chiuso il loro programma con una manifestazione a Pescara e un sit-in davanti al palazzo della Regione, in viale Bovio. Iniziativa di protesta nella quale hanno coinvolto i sindaci di Chieti, Manoppello, Serramonacesca e Scafa, area di influenza diretta dell'industria.Alla istituzione regionale, sindacati e lavoratori, hanno chiesto di mediare con la direzione aziendale, alla quale da tempo avevano chiesto risposte sul futuro e sul relativo piano industriale, alla cui stesura i lavoratori non avevano partecipato. Dopo il cambio del management, per i lavoratori, l'incontro con l'azienda era divenuto imprescindibile, affinché le decisioni sugli investimenti, i nuovi prodotti e le tecnologie, non fossero scelte unilaterali, ma partecipate e condivise. La Dayco lavora nel settore dell'automotive. Produce cinghie di trasmissione per i motori con 230 addetti a Manoppello; 320 a Chieti Scalo, compresi gli impiegati della direzione aziendale, e 50 a Colonnella. È una delle realtà industriali che meno ha risentito della crisi e resta un caposaldo del lavoro nella Val Pescara dove altri insediamenti produttivi hanno da tempo chiuso i battenti e dove, fino a oggi, si sono persi migliaia di posti di lavoro.I dipendenti della Dayco temono che l'azienda possa attuare un piano di riduzione degli investimenti o riconvertire la produzione con successiva perdita di posti di lavoro.«Siamo preoccupati» ha detto il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, alla delegazione dei lavoratori incontrata ieri, «perché un'azienda che opera con numeri importanti per l'economia regionale, non sta investendo e non ha presentato un piano industriale credibile, mettendo in pratica atti che sembrerebbero andare nella direzione di un indebolimento, non di un rafforzamento. Abbiamo per questo convocato la dirigenza aziendale e firmato un protocollo in cui la Dayco si impegnava a comunicare le iniziative industriali. Ma così non è stato. Riconvocheremo l'azienda per farci spiegare cosa stia accadendo».I sindacalisti Filtcem-Cgil Carlo Petaccia e Domenico Ronca temono che si stia attuando una riorganizzazione che preveda contrazioni di personale. Una realtà industriale che produce utili non può attuare una riorganizzazione unilaterale, senza discutere un piano industriale». Sulla vertenza Dayco intervengono anche il segretario del Pd di Manoppello Stefano Mancini ed il gruppo consiliare Futuro in Comune per esprimere «vicinanza ai lavoratori contro la decisione dell'azienda di non coinvolgerli con le rappresentanze sindacali nella formulazione del nuovo piano organizzativo».

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