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Pescara, 24/07/2024
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Data: 29/06/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Biondi: chiederò una mano a Cialente. Fair play, dopo gli insulti, nel passaggio di consegne in Comune

L'AQUILA«Io e Massimo ce le siamo date di santa ragione, ma perché siamo due animali della politica, non di professione, che hanno grande passione. Ci siamo sentiti anche subito dopo la mia elezione e non mancherò di chiedergli qualche consiglio. Siamo andati a Roma insieme dal Comitato di indirizzo per parlare dello sviluppo della città e mi ha investito subito delle mie funzioni».Sembra non ci siano mai stati gli slogan "liberiamo L'Aquila dal gruppo di potere del Pd", tra Massimo Cialente e Pierluigi Biondi, che ieri mattina si sono scambiati la fascia tricolore dal vecchio al nuovo sindaco, nell'ufficio del primo cittadino, a Palazzo Fibbioni. Dove c'erano consiglieri eletti - anche quello straniero, Nezir Dakaj -, altri non eletti in cerca di incarichi, alcuni dirigenti (che Biondi aveva incontrato invece al completo in un'apposita riunione il giorno prima), il segretario generale del Comune Carlo Pirozzolo, e il sottosegretario Federica Chiavaroli. Da ieri mattina, alle 12, quindi, Pierluigi Biondi è ufficialmente il nuovo sindaco dell'Aquila, dopo la proclamazione da parte dell'Ufficio centrale della Corte d'Appello (che oggi ufficializzerà anche i nuovi consiglieri comunali), dopo il ballottaggio di domenica con il candidato del centrosinistra Americo Di Benedetto.Biondi è il quarto sindaco dell'Aquila da quando, con la legge 81 del 1993, è stata istituita l'elezione diretta del primo cittadino. I suoi predecessori sono: Antonio Centi (1994-1998); Biagio Tempesta (1998-2002 e 2002-2007); Massimo Cialente (2007-2012 e 2012-2017). Passaggio di fascia, di consegne, con abbracci e tanto fair play, al punto che Cialente, quando lui e Biondi hanno dovuto ripetere l'operazione della fascia tricolore dall'uno all'altro, per il ritardo di alcune tv, ha detto: «Per me è un doppio onore».In molti, però, non ci hanno creduto, dopo gli insulti - soprattutto sui social - lamentati da Biondi (non da parte di Cialente, ma comunque di persone di area Pd e non solo). Così come in pochi credono all'"aiuto" che Cialente potrebbe dare a Biondi: difficilmente chi ha eletto il nuovo sindaco di centrodestra accetterà "consigli" dal primo cittadino uscente. Che ha messo in guardia il suo successore: «A me la politica ha cambiato la vita. Ne risentiranno soprattutto moglie e figli. Ma quando si diventa sindaco, prima di tutto viene la città». Finita la cerimonia di insediamento, il sindaco Biondi ha preso le redini dell'Aquila.«Ci mettiamo al servizio della comunità, di questa città ancora fortemente lacerata», sono le prime parole ufficiali da sindaco di Pierluigi Biondi, «è un lavoro che dobbiamo fare insieme e ho chiesto ai partiti una giunta autorevole. E all'opposizione chiedo collaborazione, non dimenticando mai stile e garbo, sempre nel rispetto dei ruoli. Ma su alcune questioni - come la ricostruzione - bisogna lavorare insieme, arrivare alle giuste soluzioni. I rapporti con il governo? Chiederemo una normativa adeguata e le risorse giuste per la ricostruzione, la messa in sicurezza delle scuole e lo sviluppo. Ma vogliamo anche discutere con l'Europa il problema delle tasse. Anche in questo caso, auspico una collaborazione, sempre nel rispetto dei ruoli che l'elettorato ci ha assegnato», ha aggiunto Biondi. «I nemici l'amministrazione uscente li ha avuti fuori dalle mura dell'Aquila. E non parlo di Pescara. Se consulterò D'Alfonso? No». Come dire: noi andiamo per la nostra strada.Prima di cominciare il lavoro vero e proprio, però, Biondi deve affrontare il discorso della giunta comunale. Stabilito che Guido Liris, il più votato in assoluto, sarà vicesindaco e collaboratore strettissimo del primo cittadino, un'altra certezza (è al 99%) è la carica di presidente del consiglio comunale, sul cui nome, quello di Roberto Tinari (il secondo più votato in assoluto), ci sarà da superare qualche veto. Così come ci sono maggiori convergenze per affidare il settore Ricostruzione a un tecnico esterno (l'ingegnere Sergio De Paulis, pronto a lasciare gli incarichi professionali, che costituirebbero eventuale incompatibilità).

lo sconfitto «Mai stato condizionato»
Di Benedetto e la triade: «Sarei stato la discontinuità in ciò che avrei fatto»

L'AQUILALontano dal clamore e dalle polemiche. Americo Di Benedetto, il candidato sindaco del centrosinistra, surclassato con un ribaltone a sorpresa da Pierluigi Biondi, ha affidato a un post su Facebook le sue riflessioni. Niente comunicati stampa, né dichiarazioni, segno di una sconfitta che, a distanza di qualche giorno, spenti i riflettori, si fa più bruciante.«Ho cercato di parlare al cuore degli aquilani, non alla pancia», esordisce Di Benedetto, che si è preso un po' di riposo lontano dall'Aquila. «Non amo le epurazioni, men che meno le sostituzioni delle persone senza l'eliminazione dei vecchi metodi. Sarei stato la discontinuità in ciò che avrei fatto, non in ciò che avrei detto, nella tipologia di lavoro e nelle relazioni, l'unico reale rinnovamento. Quello rivoluzionario». Di Benedetto affronta, poi, il tema più spinoso: quello del legame, forte, con la triade Massimo Cialente-Giovanni Lolli-Stefania Pezzopane, nel segno di una continuità amministrativa che avrebbe indirizzato l'esito del voto finale. «Nessuno avrebbe potuto condizionarmi perché non sono mai stato condizionato», dice a chiare lettere Di Benedetto. «L'educazione e il rispetto per gli altri non significano acquiescenza. Il problema è di chi è figlio di un percorso guidato che, per emanciparsi, non può fare altro che voler togliere di mezzo chi lo ha guidato, per l'appunto. Io non ho, né ho mai avuto di questi problemi. Sono sempre stato il frutto della mia correttezza».Poi, il ringraziamento alla squadra, agli elettori, a chi ha creduto nel suo progetto. «Ringrazio tutti gli aquilani e le aquilane», conclude Di Benedetto. «Mi auguro che le mie parole e il mio essere siano arrivati dritti al loro cuore. Ho sempre anteposto il sentimento ai consensi. Con il sentimento vinci sempre. Buona vita L'Aquila. Io ci sono». Un messaggio chiaro e puntuale, che Di Benedetto ha voluto inviare alla sua città e agli elettori, ma anche a quanti hanno visto, nella sconfitta del centrosinistra, una sconfitta personale del candidato sindaco o a chi l'ha legata esclusivamente alla volontà della città di tagliare il cordone ombelicale con dieci anni di amministrazione Cialente. La senatrice del Partito democratico Stefania Pezzopane ha voluto ribadire «il risultato straordinario ottenuto da Di Benedetto al primo turno, che fa capire quanto fossimo arrivati vicini alla vittoria. Astensionismo nella nostra coalizione, qualche vendetta o rancore e i sostenitori dei sindaci esclusi dal ballottaggio che hanno sostenuto Biondi, hanno fatto questo risultato allucinante». Resta un dato: gli oltre 4mila voti persi in quindici giorni, che hanno ribaltato il risultato di un ballottaggio dato per scontato. Su questo, e su altri aspetti del dopo-voto, il centrosinistra si sta ancora interrogando.

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