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Data: 29/06/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Gentiloni alla Cisl: «Il governo ridurrà il carico fiscale sul lavoro dei giovani»

ROMA Sale sul palco in maniche di camicia, un po' come segnale di confidenza con la platea, un po' per il caldo torrido che una debole aria condizionata al Palazzo dei Congressi a Roma non riesce a mitigare più di tanto. Paolo Gentiloni si è fatto accompagnare da una schiera di ministri (Alfano, Delrio, Franceschini, Poletti, Martina, Pinotti, Fedeli) al diciottesimo congresso della Cisl, e tutti hanno ascoltato con attenzione la relazione della segretaria nazionale, Annamaria Furlan: è anche questo un segnale del fatto che ci teneva davvero a essere presente, a dimostrare come questo governo - a differenza del precedente di cui pure facevano parte l'attuale premier e quasi tutti gli altri membri presenti - vuole riannodare il filo del dialogo con il sindacato. Soprattutto con questo sindacato, la Cisl moderata, centrista e cattolica. In dono alla platea amica, Gentiloni porta una promessa: «Mettere i giovani al centro di prossimi interventi di riduzione del carico fiscale sul lavoro. È un impegno - assicura - che mi sento di prendere davanti a voi».
La Furlan poco prima dal palco aveva chiesto una riforma fiscale «radicale» con il taglio dell'Irpef su lavoratori dipendenti e pensionati e con misure redistributive in modo da ridurre le disuguaglianze tra le varie fasce della popolazione, ma anche tra Nord e Sud. Ma aveva anche sottolineato come questo Paese deve trovare il modo di «restituire i sogni ai giovani».
La risposta in diretta di Gentiloni è un primo passo, che la platea accoglie con un applauso. Ma non è la sola mano tesa verso il sindacato di via Po. Furlan ha dedicato un capitolo della relazione a un vecchio cavallo di battaglia: la partecipazione dei lavoratori alla governance dell'impresa. «Una legge per promuoverla darebbe prova di lungimiranza politica» aveva detto la leader dal palco. «È una strada da incentivare» riconosce poi Gentiloni che in tutto il suo discorso sottolinea l'importanza del dialogo con le parti sociali, la necessità di evitare «inutili contrapposizioni ideologiche» e di «lavorare insieme per costruire soluzioni riformiste». Rispetto al governo Renzi è una evidente svolta, che Gentiloni non nasconde affatto: «Non c'è da rallegrarsi della crisi della rappresentanza e dei corpi intermedi. Magari - e ora la frecciatina è verso i Cinquestelle che hanno una autorevole rappresentante in sala, la sindaca Raggi - inseguendo lo pseudo mito della democrazia diretta affidata alla rete». «Ricucire le fratture che si sono create nel tessuto sociale» per il premier è indispensabile anche per «incoraggiare e non soffocare» la crescita «lenta ma costante».
LA CORNICE
Oltre alle richieste sul fisco - per le quali la Cisl si dice pronta a mettere a punto una piattaforma unitaria con Cgil e Uil - al governo la Furlan chiede anche di andare avanti sulla legge sulla rappresentanza e sulla contrattazione, una legge «di cornice» che fissi i requisiti minimi per definire chi e come deve sedere ai tavoli. L'alternativa - dice - è «il Far West». Il lavoro che cambia porta con sè l'esigenza di «modernizzare il sistema di tutele», creando un sistema che accompagni nella transizione da un lavoro e un altro, da una mansione all'altra. Il che significa che più che tutelare «il posto di lavoro» bisogna tutelare «il lavoratore». Non a caso lo slogan base del congresso è «Per la persona, per il lavoro». Un concetto apprezzato dal Capo dello Stato che nel suo messaggio definisce «opportuna» la «riflessione sulla necessità di ricondurre la dimensione del lavoro nella sua giusta condizione di legame esistenziale tra la persona e la comunità».
Per la Cisl la strada maestra è puntare sulle politiche attive. E questo proposito la Furlan non fa sconti e parla di «vuoto colpevole». Non manca un appello alle imprese: «Alzare il tiro, mettere in campo proposte condivise per il rilancio del Paese, superando una logica di pressione lobbistica». Ad ascoltarla in sala c'è anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che poi dirà di «condividere molti punti della relazione». Uno no: la legge sulla partecipazione dei lavoratori alla governa dell'impresa.

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