«Il risultato del secondo turno è stato uno choc». Lo dice, in questa intervista a tutto campo al Messaggero, la senatrice Pd Stefania Pezzopane, analizzando il voto.
Senatrice, cosa è accaduto?
«L'esito è stato completamente inatteso. E' evidente che dal primo al secondo turno ci sono stati movimenti importanti di elettorato. Con il 47% e con una coalizione che ha superato il 50%, avevamo ottenuto un risultato anch'esso inaspettato. L'effetto trascinamento di Americo c'è stato. Sono mancate poche centinaia di voti per la vittoria al primo turno. Eravamo tutti molto confortati. Questo forse ha prodotto un effetto di rilassamento, quasi di vittoria già conquistata. Probabilmente in quel voto disgiunto dovevamo percepire un allarme, un qualcosa di anomalo».
Quali sono le altre ragioni della sconfitta?
«Intanto c'è stata un'altissima astensione, molto più sul nostro fronte. La chiamata alle armi del centrodestra, con Berlusconi che è sceso in campo con numerose interviste, e che già al primo turno aveva dato un segno di interesse con l'intervista al Messaggero, ha destato la mia preoccupazione. Peraltro su temi locali. Vedevo in questa scelta la volontà di aiutare un recupero. Il voto si è politicizzato e ideologizzato. Da parte nostra c'è stato un atteggiamento più soft non abbiamo risposto agli insulti. E' stata una scelta. Dall'analisi dell'istituto Cattaneo si capisce che c'è questo flusso tra il primo e il secondo turno: solo dalla candidata Cimoroni viene fuori un po' di voto per il centrosinistra. Americo ha perso 4.000 voti, l'8,1% del nostro elettorato non è tornato a votare. Biondi ha intercettato la protesta grillina, da subito. Piuttosto abbiamo dato per scontato che tante cose fatte fossero nella testa e nel cuore degli aquilani ».
Quali sono, se ci sono, gli errori di Di Benedetto? Si è parlato, tra gli altri, della scarsa discontinuità.
«Trovo questo tema inappropriato. Basti pensare che il centrodestra si propone con Salvini, Meloni, Berlusconi e con gran parte degli ex. Chi nel centrosinistra si sofferma su questo forse non coglie che c'è un tema politico: non cercavano discontinuità nel centrosinistra, altrimenti non avremmo preso il 47% al primo turno, con tutti noi esposti in prima persona».
I toni sono stati troppo soft? E' vero che il Pd non parla alla pancia della gente?
«No, noi siamo gli stessi del primo turno. Se siamo arrivati al 47% evidentemente ci hanno seguito. Trovo piuttosto che ci sia stata distrazione al secondo turno, non si è capito che c'era una guerra. Sabato e domenica mi sono allarmata molto perché vedevo che la gente stava al mare e non tornava, convinta di vincere. Ho rivissuto l'incubo delle provinciali 2010».
E' la fine della famigerata triade?
«La triade non esiste come centro di potere come qualcuno, per comodità interne ed esterne, fa credere. Siamo solo un gruppo dirigente ampio che agisce con solidarietà. Finora è stata un valore aggiunto. Siamo venuti fuori da scontri epici, ma io, Giovanni e Massimo, poi, su tante cose l'abbiamo pensata diversamente. E' stata una carta giocata dal centrodestra e un errore del centrosinistra che l'ha avallata. Adesso siamo meno: non c'è il sindaco Cialente, dovremmo rafforzare la collaborazione con Americo, sarà una grande risorsa».
E' reale lo scenario di un duello per la candidatura alla Camera con Di Benedetto?
«Non c'è nulla. Ragionare ora di queste cose significa offendere il nostro popolo che è sotto choc. Io sono senatrice fino al 2018, se tutto va bene mi ricandiderei al Senato. Con Americo non c'è e non ci sarà scontro».