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Data: 02/07/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pisapia con Bersani: «Nasce il nuovo partito» Evocata la patrimoniale

ROMA Dov'è la casa del centrosinistra? L'ultimo domicilio conosciuto è in piazza Santi Apostoli, luogo sacro all'Ulivo, scelto ieri da Giuliano Pisapia, sindaco di Milano perché in sintonia con la missione che si è dato di federatore. Così che dopo le liti e le divisioni che finora non hanno portato bene al Pd, eccoli, scissionisti e sinistra dem, di nuovo Insieme, sottotitolo della manifestazione convocata in contemporanea con le esternazioni del segretario. Da qui nasce la «casa comune», il nuovo partito: «Decideremo insieme il nuovo nome di questo soggetto politico», scandisce Pisapia tra gli applausi, «i gruppi comincino un percorso per essere uniti a settembre, a partire da quelli comunali e regionali».
«Da soli», è la premessa, «non si va da nessuna parte e vince la destra». Pisapia elenca subito le cose da fare, cose «di sinistra», e invoca una «discontinuità netta». Al suo emisfero malato di leaderismo propone di mettere via «ripicche e personalismi», perché «la politica non è avere tanti like». Quanto all'agenda: ius soli, migranti, politiche per la casa. Soprattutto: «Abolire l'Imu sulla prima casa per tutti è stato un errore - dice secco - così come cancellare l'articolo 18». Quanto al fisco, sfodera la carta della patrimoniale: «Non meno tasse per tutti, chi ha di più paghi di più. Questa è giustizia sociale. Spostare oneri fiscali sui patrimoni, una riflessione seria, dicendo agli italiani la verità».
All'appello rispondono circa 5 mila romani graziati dall'afa, mischiati al popolo del primo sabato dedicato ai saldi. Facce sorridenti, palloncini arancioni, tante bandiere rosse. Quasi una rimpatriati ma fischi tutte le volte che il nome di Renzi viene pronunciato. Ovazioni invece per Massimo D'Alema che accoglie l'invito ma non sale sul palco.
PIEDE GIUSTO
«Siamo partiti con il piede giusto, costruire un nuovo soggetto politico, ora si tratta di allargarlo», fa in tempo a dire prima di essere preso d'assalto dalle tv. «Confronto con il Pd? Se noi avremo un grande successo come spero ne parleremo dopo le elezioni anche con il Pd per spingerlo a tornare una forza che vuole fare il centrosinistra. Che non è una parola ma è la politica. E andremo ognuno con una sua piattaforma». E quando qualcuno gli chiede, con riferimento all'Ulivo, se la piazza è «importante», ecco che nel suo stile inconfondibile la battuta: «Certo è dedicata agli Apostoli».
All'happening del duo Pisapia-Bersani, hanno risposto la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, Gianni Cuperlo, Cesare Damiano, Michele Meta, il costituzionalista Valerio Onida.
LA METAFORA DI CUPERLO
La sinistra dem ha scelto il suo profilo più mite. «Siamo un po' come il genio civile chiamati a intervenire quando si è sulla soglia del disastro», è la metafora usata da Cuperlo. Mentre Orlando, che ha seguito dall'inizio alla fine tutti gli interventi, ha usato toni anche più lievi. «Credo che sia importante non stare sulla strada delle recrininazioni o degli elementi che possano dividerci. Dobbiamo essere il Vinavil contro il pericolo delle destre».
Ecco, se in molti hanno lamentato la tendenza al rito, al ripetersi di un identico copione. La vera novità può dirsi questo richiamo al «pericolo» della destra che ha scalzato nei sondaggi più recenti il rischio-Grillo. L'unico che ha tenuto duro e non ha cambiato registro sembra essere Bersani che ha dedicato svariate frecciate a Renzi: «Basta camarille, gigli magici e arroganza, non se ne può più, perché non è che tutto il mpondo gira intorno alla Leopolda. Noi abbiamo un pensiero, se ne prenda atto, ma voi del Pd che pensiero avete?». Il richiamo ad un centosinistra plurale ha messo d'accordo tutti, gli ex Pd e gli ex di Sel, ma non gli esclusi Anna Falcone e Tommaso Montanari, non invitati alla kermesse e costretti a seguirla in streaming. Mischiati tra la folla si notano ex democristiani come Enzo Carra, fondatore della Margherita ed ex portavoce di Forlani, e l'ex Udeur Michele Pisacane. A bordo salirà anche Bruno Tabacci, ci saranno Scotto e Smeriglio. Tutti insieme non proprio appassionatamente nella piazza rossa che vuole «colmare un vuoto» e respingere il ritorno della destra, il solito spettro che si aggira per l'Europa e che potrebbe mettere tutti d'accordo-

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