Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.945



Data: 03/07/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Contratto statali, via alle trattative per salvare il bonus da 80 euro

ROMA Da oggi le trattative per mettere fine ad anni di blocco contrattuale per gli impiegati pubblici, garantendo aumenti in busta paga e per riportare la contrattazione al centro, fanno un passo avanti. La direttiva madre firmata da Marianna Madia, ministra della Pubblica amministrazione, ha ottenuto il via libera da parte del ministero dell'Economia, che permette l'avvio operativo del confronto con i sindacati sul rinnovo dei contratti.
Trattativa che riguarda oltre 3 milioni di dipendenti pubblici tra ministeri, enti pubblici, amministrazioni territoriali, scuole, settore sanitario e amministrazioni fiscali e che, tra le altre cose, dovrebbe mettere in sicurezza il bonus fiscale di 80 euro, che con gli aumenti in busta paga in arrivo e senza un meccanismo di salvaguardia, rischia di saltare, vanificando l'incremento stipendiale.
La direttiva Madia in giornata sarà inviata all'Aran, l'agenzia che rappresenta il Governo nelle negoziazioni con i sindacati, e che in settimana incontrerà le sigle confederali. Nella versione finale della direttiva è stato ritoccato il meccanismo ipotizzato nelle prime bozze per evitare che gli aumenti contrattuali dei dipendenti pubblici cancellino il bonus di 80 euro.
IL TEMA
In sostanza, gli aumenti medi di 85 euro al mese per tutti i dipendenti, previsti dall'accordo del 30 novembre 2016, potrebbero sostanzialmente essere vanificati dal meccanismo del bonus creato dal Governo Renzi. Siccome questo credito d'imposta si riduce con grande progressività (fino a sparire del tutto) nella fascia di imponibile Irpef che va da 24mila a 26mila euro l'anno, per una parte consistente di lavoratori - circa 200mila - il nuovo aumento di reddito farebbe venir meno il beneficio degli 80 euro e quindi risulterebbe sostanzialmente nullo. La direttiva rinvia la soluzione alla trattativa, senza particolari ipotesi su cui basare il confronto, che si svolgerà da qui ad ottobre. Spetterà dunque alle parti, Aran e sindacati, valutare l'ipotesi di destinare una parte delle risorse agli statali che rischiano di uscire dal raggio del bonus da 80 euro. Per salvaguardarlo i rappresentanti sindacali continuano a chiedere di applicare sul tabellare tutti gli 85 euro di aumento. Mentre dal fronte governativo si studia la possibilità di un elemento retributivo distinto dello stipendio base, che rappresenti una sorta di indennizzo da perdita del bonus. Una compensazione che potrebbe essere legata alle quote di salario accessorio, ma che in ogni caso deve trovare spazio nelle risorse stanziate dal Governo per il rinnovo del contratto. Circa tre mesi fa è stato deciso che ai contratti della Pa centrale vanno 600 milioni per il 2017 e 900 milioni a partire dal 2018, che si aggiungono ai 300 già stanziati per il 2016. Toccherà alla prossima legge di Bilancio, come riportato nel Documento di economia e finanza, stanziare risorse ulteriori per un ammontare più o meno analogo, ossia 1,2 miliardi di euro. Discorso a parte per gli enti del servizio sanitario e quelli di Regioni e Comuni, che dovranno reperire le risorse nei propri bilanci.
Per quanto riguarda gli aumenti, la regola generale è di dare di più a chi ha retribuzioni più basse e di meno a chi si trova invece a un livello più alto. Ma c'è, come detto, da risolvere il problema legato al bonus che rischia di annullare tutto. Nel frattempo, la Funzione pubblica lavora ad altri due temi di riforma della Pubblica amministrazione. Da una parte, le visite fiscali per i dipendenti in malattia, di cui dal 1° settembre si occuperà l'Inps e non più le Asl. Sono in preparazione convenzioni con i medici e nuove modalità di visita. C'è poi il tema del precariato: a settembre la ministra Madia firmerà una circolare chiarificatrice, che dovrebbe aiutare le Pa a fugare i dubbi interpretativi in vista delle stabilizzazioni che partiranno dal 2018.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it