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Data: 05/07/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il Consiglio regionale ridotto alla paralisi maggioranza fantasma

L'AQUILA Non ci sono ombrelli stavolta a riparare il centrosinistra dall'evidente problema di tenuta della maggioranza in Consiglio regionale. E se del famigerato caso della Fonderia non parla praticamente nessuno (solo un post polemico del presidente della Camera Laura Boldrini ha tenuto po' alta l'attenzione sul caso ombrelline, arrivato ormai al massimo livello istituzionale) è perché probabilmente ci sono questioni più urgenti da affrontare. Non attinenti alla «salute cagionevole», come ironizza in maniera ficcante il forzista Mauro Febbo, piuttosto alle ormai consuete fibrillazioni dei dissidenti della maggioranza che tengono in scacco il Consiglio. Lo si è percepito chiaramente ieri, praticamente a un mese di distanza dall'ultima seduta, quando il centrosinistra si è presentato in aula privo degli assessori Donato Di Matteo e Andrea Gerosolimo e del consigliere Mario Olivieri.
SOLO 15 VOTI Dunque senza maggioranza: quindici al posto dei sedici necessari. L'opposizione non ha potuto chiedere la verifica del numero, perché il richiedente avrebbe fornito la stampella per la maggioranza, ma non appena è terminata la fase delle interpellanze e delle risoluzioni, dopo una breve pausa, il presidente Giuseppe Di Pangrazio ha dovuto sciogliere la seduta, tra gli applausi ironici del grillino Pettinari. Per ora, dunque, Abruzzo insieme lo è slòtanto di nome: quello del nascituro movimento civico promosso proprio da Gerosolimo e destinato a incidere già nei prossimi passaggi elettorali. Va detto che le assenze di Gerosolimo e Di Matteo sono state regolarmente giustificate attraverso certificati medici. E dunque formalmente, ma solo formalmente, non dovute a questioni di sostanza. Ma è lo stesso Camillo D'Alessandro, Pd, a tenere alta l'attenzione: «Un problema esiste se viene posto, altrimenti diventa uno dei tanti episodi che si sono verificati in questa e nella precedente legislatura. In quella passata in molte occasioni ho garantito il numero legale su provvedimenti ritenuti importanti. Personalmente ho sentito ieri Gerosolimo, aveva 39 di febbre. Così come è acclarata la lombosciatalgia di Di Matteo. Se invece le cose non attengono a questa sfera c'è un problema politico, che però andrebbe posto dagli assenti. E se verrà posto si discuterà. Per noi è tutto a posto».
LE BORDATE La palla ai dissidenti, semmai riterranno di farlo, per spiegare la loro posizione. È chiara, ovviamente, quella dell'opposizione. Forza Italia tuona: «La legislatura è arrivata al capolinea. D'Alfonso non ha più i numeri per governare e decidere. Questo è un dato ormai acclarato poiché per la seconda volta in una settimana questa maggioranza di centrosinistra convoca un Consiglio regionale e non ha i numeri per garantire i lavori consiliari ed approvare le proposte di leggi all'ordine del giorno. Questa è la triste realtà ed abbiamo il dovere di registrare, denunciare e far conoscere agli abruzzesi. Ormai non abbiamo più un Governo regionale capace di garantire risposte, stabilità e certezze da consegnare agli abruzzesi visto le tante vertenze e problematiche ancora aperte e irrisolte. Sono mesi che veniamo in aula solo per discutere interpellanze ed interrogazioni ed il Consiglio regionale non riesce più a pronunciarsi su importati provvedimenti ed approvare nessuna riforma utile. Abbiamo assistito ad uno spettacolo indecoroso di un centrosinistra che si sgretola».
Sugli stessi toni i Cinque Stelle: «Sono finiti, la maggioranza Pd guidata dal Presidente D'Alfonso non ha più i numeri neanche per votare l'ennesimo rinvio di Consiglio regionale. Le spaccature all'interno della maggioranza portano all'ennesimo teatrino squalificante. Ormai il presidente deve fare i conti con la realtà e con i conti che purtroppo non tornano più e che palesano una totale mancanza di fiducia anche da parte della sua stessa maggioranza, oltre che da tutti gli abruzzesi delusi fortemente da un Governo che si è caratterizzato solo per grandi promesse ma che in concreto nulla ha fatto nell'interesse dei cittadini e non ha più neanche il modo di dimostrare la sua esistenza in vita». Dopo la chiusura del Consiglio il centrosinistra si è riunito per una prima analisi dell'accaduto.

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