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Pescara, 24/07/2024
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Data: 06/07/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Il bus non arriva, pendolari in taxi. Odissea notturna per i viaggiatori in attesa di tornare da Roma ad Avezzano

AVEZZANO Restano a lungo in attesa dell'autobus diretto ad Avezzano, ma la corsa viene sospesa e, per evitare di passare la notte in mezzo a una strada, sono costretti a prendere il taxi e a pagare 200 euro per poter tornare a casa. È accaduto alcuni giorni fa alla stazione Tiburtina di Roma a un gruppo di pendolari in attesa dell'autobus Tua con destinazione Avezzano, Chieti, Pescara. Dopo una giornata di lavoro i viaggiatori erano esausti, stanchi. Alle 23.05 qualcuno, preoccupato, si muove verso la biglietteria e chiede lumi sul ritardo. Ci sono famiglie che aspettano, genitori preoccupati. L'addetta rassicura: «È in ritardo». Alle 23.30 qualcuno chiama il numero della società Tua ma nessuno risponde. Nessuno sa dire nulla con precisione. Alle 23.45 uno dei presenti chiama i carabinieri che, accorsi, sostengono di non poter fare nulla. A quel punto la situazione diventa chiara: nessuna tutela, nessun interlocutore, la corsa è saltata. Non ci sono treni e sono chiuse anche le società di noleggio auto. Non rimane che il taxi.«Basta disservizi a spese dei cittadini», dice esasperato Fabrizio Lucci, anch'egli rimasto quella notte a piedi, «a pagare dovrebbero essere il responsabile dell'azienda, gli addetti al call center e alla biglietteria, l'autista inadempiente. Loro dovrebbero pagare, non per i 200 euro di taxi, ma per il danno di reputazione generato alla compagnia pubblica. In realtà resteranno tutti impuniti perché nessuno di noi viaggiatori può permettersi un'azione legale nei loro confronti».

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