ROMA Annamaria Furlan, numero uno della Cisl, non ci sta. Perchè quella di ieri è stata un'altra giornata nera per i pendolari. Con un altro sciopero proclamato dalle piccole sigle che ha bloccato il trasporto pubblico. L'unica novità è che stavolta è stato scelto come giorno il giovedì, non il venerdì. «È vero - dice la sindacalista al Messaggero - ma a parte questo purtroppo la situazione non è per nulla cambiata rispetto all'ultimo sciopero». Ancora una volta piccole sigle con pochi lavoratori iscritti sono riusciti a paralizzare la Capitale. «È evidente - spiega - che si deve rivedere la legge che regola gli scioperi nei servizi pubblici locali». Una soluzione che non piace ai sindacati più piccoli, ma che anche il governo si guarda bene dall'affrontare. Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture, lo ha ripetuto più volte: «serve una stretta sopratutto per tutelare gli utenti e chi viaggia, ma spetta al Parlamento decidere le nuove regole sugli scioperi. E' un tema delicato di competenza del legislatore». Il ministro, si sa, vorrebbe che fosse adottato lo strumento del referendum preventivo tra i lavoratori. «In tutta Europa - ha sottolineato Delrio - non si può proclamare una agitazione se non si ha il 51% dei consensi dei lavoratori di quesl settore». Insomma, serve la svolta. La Furlan va dritta al nodo: «Il diritto di sciopero è sacrosanto, e nessuno lo può e lo vuole mettere in discussione. Ma attraverso la rappresentanza dobbiamo superare la possibilità che piccole sigle sindacali possano continuare a dichiarare scioperi con obiettivi nemmeno troppo chiari, creando in alcune città, come nel caso di Roma in modo particolare, un forte disagio ai cittadini che ha raggiunto livelli ormai non più sopportabili».
«Nei servizi pubblici locali - ragiona la Furlan - bisogna garantire i servizi essenziali. Questo avviene nel settore energetico, avviene negli ospedali, avviene in tutti i settori dove si danno servizi assolutamente indispensabili. È ovvio che questo deve essere anche a garanzia del diritto di mobilità. Per questo credo sia necessario fare una riflessione molto seria su come gestire questa partita».
Di fatto però tutte le proposte in cantiere sono rimaste nei cassetti. Nonostante il pressing di Delrio che trova comunque una sponda nella Cisl.
I PALETTI
«Non a caso nel nostro congresso confederale della settimana scorsa - dice la Furlann - non abbiamo escluso la necessità di una legge sulla rappresentanza che faccia proprio il nostro accordo supportandolo. Per la verità, il tema della rappresentanza, che deve dare anche certezza attraverso la contrattazione non può riguardare solo le organizzazioni sindacali, ma anche le organizzazioni datoriali». Sempre più spesso - avverte la sindacalista - vediamo contratti non siglati da Cgil, Cisl e Uil, ma da sindacati che nascono all'ultimo momento e che un giorno ci ritroviamo come organizzazioni sindacali e un altro come organizzazioni datoriali. Perchè è evidente che il tema di chi rappresenta chi è un tema attualissimo sia per quanto riguarda il sindacato che le associazioni datoriali.
In Parlamento ci sono alcune proposte di legge, come quella Sacconi, che oltre alla questione della rappresentanza, evidenziano anche quella della trasparenza. Ossia la possibilità di censire preventivamente chi aderirà allo sciopero. «Credo - conclude la Furlan - che l'utenza debba essere sempre informata. Già oggi dovrebbe esserlo. Credo però non serva l'adesione preventiva. Servono invece regole chiare sulla rappresentanza. In tanti altri settori le cose funzionano meglio che nei trasporti, dove c'è un abuso dell'utilizzo dello sciopero che fa male ai lavoratori, ai cittadini e all'immagine dei sindacati».