PESCARA «Restano senza risposta molte delle necessità dei pescaresi legate, ad esempio, a gravi patologie psichiatriche, ai servizi per le dipendenze, a quelli per le neo mamme e per le giovani famiglie di immigrati. E resta fortemente ridimensionato il servizio di assistenza domiciliare per anziani e disabili». Questa la denuncia lanciata da Cgil, Cisl e Uil, oltre che dai rappresentanti delle categorie dei pensionati delle tre sigle, alla luce della variazione di bilancio di un milione e 300 mila euro approvata nei giorni scorsi in Comune per le attività sociali e commentata positivamente dagli assessori Giuliano Diodati e Antonella Allegrino.«Queste risorse», fanno notare i sindacalisti dopo aver esaminato la delibera di approvazione della variazione, «sono nazionali e regionali e sono destinate, con esclusione del fondo sociale regionale, a progetti specifici e non ad attività strutturali di cui ha bisogno il territorio. Resta, cioè, il taglio alle risorse comunali apportato in sede di approvazione del bilancio 2017, già denunciato dalle organizzazioni sindacali» che nel mese di febbraio hanno tenuto un sit-in di protesta davanti al Comune proprio per denunciare la decurtazione di fondi destinati al sociale da parte di Palazzo di città. Quel giorno, era il 21 febbraio, «era stato sottoscritto un accordo». Da una parte c'erano sindaco, assessore alle Politiche sociali, presidenti delle commissioni Bilancio e Politiche Sociali e l'allora presidente del Consiglio comunale, dall'altra c'erano i sindacati. E l'amministrazione, con quell'intesa, «si impegnava a ripristinare le risorse proprie destinate al sociale nella misura di 616.874 euro in occasione della prima variazione di bilancio, prevista per il mese di marzo 2017». Oggi, a distanza di mesi, arriva «la beffa», dicono sempre i sindacalisti facendo notare che «le risorse annunciate per il welfare sono, in realtà, fondi per progetti regionali e nazionali, mentre il taglio è ancora lì». Cgil, Cisl e Uil sollecitano «un chiarimento nel merito» con «l'immediato ripristino delle risorse concordate» per «tutelare le fasce più deboli». Nel caso in cui il Comune non dovesse attivarsi in questa direzione le organizzazioni sindacali sono pronte ad avviare «una forte mobilitazione dei lavoratori, dei pensionati e dei cittadini di Pescara».