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Pescara, 24/11/2024
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08/07/2017
Il Messaggero
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Deficit a quota 670 milioni scontro tra Regione e M5S. Silvio Paolucci: «Attuare le ricette dei 5 Stelle significherebbe tagliare i contributi a studenti, disabili, poveri. Eliminare gli assegni famigliari, ridurre del 75% i tratti del trasporto pubblico, togliere il sostegno per le prestazioni socio sanitarie e le risorse per il piano sociale di zona. E' vergognoso solo ipotizzarlo». |
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PESCARA «Situazione contabile gravissima», denuncia Sara Marcozzi, che assieme agli altri consiglieri del M5S: Riccardo Mercante, Domenico Pettinari, Gianluca Ranieri e Pietro Smargiassi, ha chiesto al premier Gentiloni di commissariare il bilancio della Regione Abruzzo. Insomma, un po' quello che è accaduto per una legislature e mezza con i conti della sanità. Niente di nuovo a proposito delle difficoltà di cassa della Regione, se è vero che appena una settimana fa, in un angolo discreto dell'Abbazia celestiniana di Sulmona, mentre le ombrelline avevano già sgomberato la scena, Luciano D'Alfonso aveva chiamato da parte il ministro De Vincenti per chiedergli una cortesia grossa: la possibilità di spalmare il disavanzo della Regione in 30 anni, e non in 10. Un disavanzo che lo stesso D'Alfonso ha quantificato in 670 milioni, mentre per Sara Marcozzi quello fermo al 2012 («ma che nel frattempo potrebbe essere cresciuto») ammonterebbe a 750milioni. Il fatto, secondo quanto denunciato ieri dal M5S, è che l'Abruzzo è oggi l'unica regione d'Italia ad avere un bilancio non parificato tra le annualità 2012 e 2015, come più volte denunciato dalla Corte dei conti e dalla Corte costituzionale, con ripetuti richiami che hanno interessato anche la precedente giunta Chiodi. Tutto questo, denunciano i pentastellati, «con effetti devastanti sui servizi, gli investimenti e il futuro della stessa Regione». Per il M5S sono «ben 11 le gravi negligenze contabili che vedono la Regione operare contro i principi di legalità». Si va dalla mancata adozione da parte della giunta regionale dei rendiconti pregressi (annualità 2014-2016), alla mancata definizione del disavanzo effettivo di gestione, alla violazione reiterata delle norme introdotte nel 2011 dall'allora governo Monti, i vincoli imposti alle Regioni sul pareggio di bilancio. Questo comporterebbe, tra l'altro, l'incapacità di procedere con un ulteriore indebitamento per liberare nuovi investimenti, situazione particolarmente frustrante per D'Alfonso e la sua maggioranza. LA REPLICA Immediata, e insolitamente dura, la replica dell'assessore regionale al Bilancio, Silvio Paolucci: «Al M5S, che scomoda il premier Gentiloni per la vicenda dei bilanci della Regione, dico chiaramente: voi non avete a cuore le sorti di questa regione». Secondo Paolucci, attuare le ricette dei 5 Stelle significherebbe «tagliare i contributi a studenti, disabili, poveri. Eliminare gli assegni famigliari, ridurre del 75% i tratti del trasporto pubblico, togliere il sostegno per le prestazioni socio sanitarie e le risorse per il piano sociale di zona. E' vergognoso solo ipotizzarlo». Ma l'affondo dell'assessore non si esaurisce qui e Paolucci alza ulteriormente il tiro: «Il loro modo di fare denota la più totale mancanza di esperienza politica e capacità amministrativa. Sarebbe semplicissimo operare con la scure, ma a pagarne le conseguenze sarebbero i cittadini abruzzesi a cui loro dicono tanto di tenere. Così, altro che nuovi ospedali: verrebbero a mancare persino i soldi per i disabili. E' arrivato il momento - incalza Paolucci - di dire che chi opera contro la sua regione deve dimettersi». SCADENZE Poi la notizia: «Entro settembre - assicura l'assessore - vi sarà finalmente il riallineamento dei conti. Noi abbiamo fatto approvare in Parlamento una legge per spalmare il debito in 10 anni (D'Alfonso prova a portare l'asticella a 30 ndr), consentendoci di garantire servizi di livello essenziali per le fasce più deboli». Nella querelle si inserisce anche il coordinatore regionale di maggioranza, Camillo D'Alessandro, delegato ai Trasporti, che ricorda il peso che l'Abruzzo porta ancora in spalla per gli 8 milioni di penalità piovuti sul trasporto pubblico locale e relativi alle annualità 2012-2013-2014. Un taglio ai trasferimenti dallo Stato dovuto al mancato rispetto del rapporto costi-ricavi. Un'altra battaglia che sarebbe stata però vinta nella interlocuzione con Roma: «Lo Stato - precisa l'esponente del Pd - ha rinviato per quest'anno, e probabilmente anche per il prossimo, l'applicazione della penalità». Insomma, il trasporto pubblico locale (almeno quello) sarebbe al momento al riparo dalle intemperie.
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