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Data: 11/07/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, ipotesi 2000 licenziamenti

«A breve verranno prese le decisioni necessarie per tentare un risanamento finanziario rimandato per anni». Dopo una giornata di tensione con il Campidoglio - per via delle rivelazioni pubblicate de Il Messaggero - il direttore generale di Atac, Bruno Rota, verga una nota distensiva ma allo stesso tempo molto lucida sulla situazione della municipalizzata romana. Conferma tutto. A partire «dal debito mostruoso» da 1.2 miliardi di euro, «che avvolge l'azienda rendendo oltremodo complesso operare efficacemente anche sul piano del risanamento industriale e organizzativo». Bisogna però fare un passo indietro. Il manager che ha salvato l'Atm a Milano, sabato scorso ha partecipato - «come tecnico e non come militante» - all'assemblea del M5S a Brescia. E in quella sede ha criticato l'approccio dei grillini romani in questi 12 mesi di governo («Dovevano denunciare prima la situazione di Atac»). Parole riportate da questo giornale che ieri hanno mandato in fibrillazione il Campidoglio. Al punto che Rota ha specificato che «con l'amministrazione capitolina c'è condivisione in merito alla situazione reale di Atac e alle modalità di risanamento, industriale e finanziario». Insomma, la critica non era nei confronti di Virginia Raggi, «con la quale in questi primi due mesi e mezzo di lavoro, i contatti sono stati costanti e frequenti». Se il caso politico può dirsi chiuso (o quasi) rimane il «che fare?» con l'azienda.
IL DOSSIER Il diggì di Atac nei giorni scorsi avrebbe presentato il piano di rilancio alla sindaca. Una cura lacrime e sangue che contempla anche importanti tagli al personale. Su 11mila dipendenti circa 2mila potrebbero finire in cassa integrazione a rotazione. Un'ipotesi molto concreta che il Campidoglio è pronto scongiurare - e a smentire per il momento - in tutte le sedi. Anche se la situazione «è molto complicata». E ci sono «problemi di cassa», come ha confermato ieri mattina l'assessore ai Trasporti Linda Meleo ai sindacati. Al termine dell'incontro l'assessore si è limitata ad annunciare ai confederali l'apertura di un tavolo per fine luglio o al massimo per settembre. In questa sede sarà annunciato il nuovo piano di Atac, con gli esuberi annessi. Il dossier gira da giorni in via Prenestina e si basa sui numeri. Un terzo del debito dell'azienda è con i fornitori. Si tratta di 400 milioni di euro che non permettono di intervenire sulla manutenzione di circa 350 mezzi, che così rimangono nei depositi. L'intervento sul personale sembra dunque una scelta più che obbligata.
LE REAZIONI Sono però le parole di Rota a segnare la giornata. Fratelli d'Italia con il capogruppo Fabrizio Ghera chiede «subito un consiglio comunale straordinario» sui conti. E intanto però «il manager ha bacchettato i grillini», come aggiunge Andrea Di Priamo, sempre di FdI. Il Pd, invece, con Ilaria Piccolo sottolinea come il diggì «abbia rivelato difficoltà note, sottolineando come un anno di M5S sia servito solo a bloccare il risanamento». Anche Forza Italia ci mette il carico con il consigliere regionale Adriano Palozzi che parla di «autogol a 5 stelle». Ma più della polemica politica sono le «decisioni necessarie», annunciate e confermate da Rota, a tener banco. Un nuovo fronte sta per aprirsi in Campidoglio.

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