Intervento pubblico oppure tariffe più care per l'A24 e l'A25? Nel giorno decisivo per stabilire chi e come dovrà pagare 111 milioni di euro per mettere in sicurezza le autostrade d'Abruzzo, tutte le sigle sindacali, per la prima volta, intervengono per sostenere la prima delle due soluzioni. «E' l'ora di scegliere coerentemente da che parte stare», scrivono, in un'accorata nota, i rappresentanti di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Sla-Cisal, Ugl ed Rsa aziendali di Strada dei Parchi. Il governo si appresta ad approvare il Decreto Sud «che interessa l'Abruzzo e gli abruzzesi in maniera dirimente», spiegano i sindacati. «In gioco vi è la possibilità di mettere in sicurezza l'infrastruttura autostradale in maniera non impattante per gli utenti, abruzzesi e laziali», aggiungono. I fatti e le urgenze sono noti. A lanciare l'emergenza A24 e A25, pochi mesi fa, è stato il Centro con un reportage giornalistico su oltre 260 lesioni da sisma ai giunti autostradali abruzzesi, mostrando le immagini dello scalinamento del manto stradale. «L'infrastruttura ha certamente subìto danni dai terremoti di questi anni e certamente in quei casi, si è dimostrata l'unica possibilità di raggiungere territori martoriati. Nessuno può permettersi di rischiare oltre», si afferma nella nota. In campo vi sono quindi due possibilità. Eseguire i lavori ammortizzandoli in tariffa o attraverso un intervento pubblico, «per un'esigenza che certamente pubblica e collettiva appare», continuano i sindacati che spiegano: «In queste ore al Senato è stato presentato un subemendamento della senatrice Stefania Pezzopane che va in tale direzione. Uno strumento che permette di reinvestire nell'infrastruttura parte importante dei ricavi da pedaggio, che altrimenti diluiti nei bilanci Anas non garantirebbero ai cittadini abruzzesi e laziali la sicurezza e l'infrastruttura che meritano». Questa è dunque la linea dei sindacati che si schierano dalla parte di Strada dei Parchi e contro l'Anas: «Ci auguriamo che il subemendamento possa trovare i numeri per dirimere definitivamente la controversia e per dare a tutti gli attori certezze. Al gestore le risorse necessarie, agli utenti tariffe sostenibili e infrastruttura sicura. Ogni anno assistiamo nel mese di gennaio alle sterili polemiche sugli aumenti dei pedaggi. Noi che rappresentiamo i lavoratori di Strada dei Parchi, sappiamo che le tariffe in un periodo di crisi economica sono determinanti per il livello di fruibilità dell'infrastruttura». La conclusione è un appello: «Certo la convenzione non poteva prevedere eventi naturali di tale impatto. Ora però bisogna scegliere e farlo coerentemente per i cittadini abruzzesi e laziali. Noi ci auguriamo si possa decidere per gli interessi collettivi e che tale determinazione rientri appieno tra le priorità del Decreto Sud cosi come emendato».