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Data: 20/07/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Giunta, il Pd vuole Veronica Teodoro

Passa per il ritorno in giunta di Veronica Teodoro il percorso di rappacificazione che la segreteria del Pd ha imposto al sindaco Alessandrini allo scopo di ricucire lo strappo con la lista alleata e riportare serenità nel centrosinistra, soprattutto all'interno del consiglio comunale esposto allo stancheggio che la Lista Teodoro sta portando avanti a colpi di emendamenti. Uno scenario che sembrava inverosimile dopo l'esonero della stessa Veronica dall'esecutivo su decisione del sindaco in prima persona, a ottobre 2016, nonostante il governatore D'Alfonso in quell'occasione l'avesse esortato ad agire con maggiore cautela. E invece mai dire mai, soprattutto in politica: fatto sta che il ritorno in giunta di Veronica è un'ipotesi concreta che potrebbe concretizzarsi già oggi a Palazzo di città (a farle posto sarebbe Laura Di Pietro). Così fosse, sarebbe un boccone amarissimo per il sindaco, cui di fatto il partito impone di rimangiarsi quella scelta dell'esonero.
IL DOPPIO ALTOLA'
A rendere questo scenario più credibile è l'altolà che nei giorni scorsi Alessandrini ha ricevuto da Sinistra Italiana e dal suo stesso partito nel momento in cui aveva pensato di poter far posto in giunta ai teodoriani mandando a casa uno tra Giovanni Di Iacovo e Giuliano Diodati: il primo, assessore alla cultura, è stato difeso dal partito e a furor di popolo su Facebook; il secondo, delegato allo sport, gli ha esternato il suo pensiero con toni molto vivaci, per usare un eufemismo. Ecco allora che ieri è ritornato con forza in auge il nome di Veronica Teodoro: perché è una quota rosa quella che il Pd è disposto a concedere al principale alleato. Sempre che papà Gianni (e con lui il fratello Piernicola e Massimiliano Pignoli) accetti: il rientro della figlia nell'esecutivo sarebbe per lui una vittoria («Alessandrini non mi ha mai spiegato la ragione di questo esonero» ripete Gianni da mesi), ma in politica oltre alle poltrone contano i programmi, la condivisione di progetti e di vedute. E i Teodoro guardano oltre: solo a fine maggio hanno presentato cinque liste civiche riconducibili al movimento pronte a lavorare per le prossime elezioni. Dunque ricucire con Teodoro oggi non significa per il Pd assicurarsi il suo sostegno al prossimo giro. Lo sa bene l'onorevole Antonio Castricone, che con Gianni Teodoro ha saputo dialogare e trovare un'intesa quando il 30 aprile c'è stato da sostenere Michele Emiliano nella sfida per le primarie per la segreteria nazionale del Pd, ottenendo il suo appoggio e soprattutto i suoi voti: «La ricollocazione in giunta per la Lista Teodoro è un atto dovuto perché in politica contano la coerenza e il rispetto degli impegni assunti, nel 2014 abbiamo siglato con questo soggetto un'alleanza elettorale ed è sacrosanto che abbia la giusta rappresentanza in giunta» ha commentato Castricone.
DI CARLO IN FINESTRA
Ma c'è di più. Alla ricucitura con i Teodoro, la segreteria del Pd ha associato anche l'esigenza di rivedere gli equilibri nel gruppo consiliare alquanto tormentato e questo ha aperto spiragli - da subito o in un momento successivo è ancora da stabilire - per l'ingresso in giunta di Simona Di Carlo, consigliera che nelle ultime sedute si è più volte schierata sulle posizioni della Lista Teodoro, rivendicando autonomia. Un suo ingresso nell'esecutivo imporrebbe l'uscita di una tra Allegrino, Scotolati e Marchegiani e al tempo stesso aprirebbe le porte dell'aula consiliare a Maria Ida D'Antonio la quale dal proprio canto, come già aveva fatto Casciano, rivendica il seggio che Natarelli occuperebbe con qualche problemino di legittimità.

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