L'AQUILA Soldi in contanti nel cassetto del comodino per quasi 15 mila euro. A trovarli ed a sequestrarli in casa di Lionello Piccinini (5.500) e Marcello Marchetti, (8.800) entrambi funzionari del Mibact, i militari del Nucleo investigativo del Reparto operativo dell'Aquila, nel corso delle perquisizioni nell'ambito del nuovo caso giudiziario su presunte tangenti nella ricostruzione pubblica post-terremoto 2009. Indagine che ha fatto scattare dieci arresti ai domiciliari, 5 interdizioni dal lavoro per complessivi 35 indagati con le accuse, tra le altre, di corruzione e turbativa d'asta. Dodici i cantieri al centro gli accertamenti. Nel corso dei sequestri i due indagati hanno sostenuto che il denaro serviva per le spese quotidiane.
Nella giornata di ieri, inoltre, i carabinieri hanno effettuato ulteriori acquisizioni documentali nella sede Mibact dell'Aquila. L'indagine è stata ribattezzata L'importante è partecipare prendendo spunto da una intercettazione ambientale nella quale Lionello Piccinini (riguardo l'appalto della torre medicea di Santo Stefano di Sessanio) canticchiava un motivetto indirizzato alla ditta arrivata seconda: «Caro amico non ti inc., l'importante è partecipare».
«Attendo di poter accedere al fascicolo. Posso dire che negli uffici della Soprintendenza regionale c'è ampia documentazione che attesta il rispetto di ogni procedura». Così l'avvocato Marco De Paulis, legale di fiducia del funzionario Mibact, ufficio Gare e Appalti, Lionello detto Lello Piccinini (ai domiciliari) che secondo l'accusa «ha rivestito un ruolo di primo piano nel procedimento in esame, la cui funzione si legge nell'ordinanza è risultata essere strumentale all'assegnazione o manipolazione di procedimenti in favore di parenti o amici, con incarichi assegnati in maniera mirata e tramite una falsificazione e alterazione della realtà».
«Si difenderà ha aggiunto l'avvocato De Paulis e chiarirà gli aspetti interpretativi dell'accusa. I tecnici erano scelti sulla base di tre preventivi oltre ai curricula». Per l'avvocato Emilio Bafile, legale di fiducia degli indagati Berardino Di Vincenzo (ai domiciliari), consulente esterno Regione e del Mibact e del figlio Giancarlo, architetto, quest'ultimo raggiunto dall'interdittiva di svolgere la professione, «non c'è nulla di concreto. C'è solo un referto di intercettazioni. Il mio assistito ha aggiunto è stato prelevato in maniera penosa al mare mentre andava in spiaggia con la nipotina. Ha avuto sempre una condotta cristallina, si è sempre comportato bene. Ci sono questioni che si sovrappongono ha aggiunto Bafile perché la vicenda riguarda un filone madre, quello sui lavori di palazzo Centi (dove entrambi i Di Vincenzo sono indagati ndr) dal quale eredita materiale di indagine già chiarito, come ad esempio gli incarichi ed il rapporto con il figlio».