L’AQUILA La richiesta, messa sul tavolo del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, è stata chiara: estendere il periodo di ripianamento del disavanzo dagli attuali dieci anni ad almeno venti o trenta, in modo da non dover sacrificare i servizi essenziali. Il vertice al Mef dell’altro giorno, a cui hanno preso parte il governatore Luciano D’Alfonso e l’assessore al bilancio Silvio Paolucci, è servito sostanzialmente a questo. Con l’ottenimento, al momento, quantomeno di un’istruttoria sulla proposta. Lo ha detto D’Alfonso: «Il ministro si è impegnato a studiare uno strumento normativo che ci consenta l’allungamento ulteriore dell’assorbimento di quanto abbiamo ereditato ». E’ Paolucci a chiarire la ratio del gran lavoro in corso, suun duplice binario: mettere a posto i conti senza entrare a gamba tesa sulla popolazione. «La mia è una posizione di serietà e deve tenere conto di tutto, della Corte dei Conti, dei pendolari, degli studenti, di chi usa i trasporti e, ovviamente, non deve fare ulteriori debiti.Maoggi non mi si può chiedere di tagliare i servizi, indiscriminatamente. Semmai lo farà un commissario, non io».
LO SCENARIO Il tema, nel suo cuore, è il seguente. «Abbiamo un’eredità molto pesante nella forma e nella sostanza – spiega Paolucci – La sostanza è l’indebitamento passato, la forma il groviglio di mancati riaccertamenti di residui per troppi anni, oltre dieci. Dal punto di vista della qualità della contabilità abbiamo trovato grandi problemi.Aquesti elementi si sono aggiunte norme più stringenti (per esempio l’indebitamento va ora iscritto obbligatoriamente in bilancio, ndr). Se facessi come chiedono dovrei tagliare fondi ai disabili e ai trasporti, alla compartecipazione, al piano sociale di zona. E non è vero, come dice la Corte, che è possibile tagliare le risorse altrove. Sono assolutamente certo che se dovessi applicare quanto richiesto con rigidità dovrei aggredire servizi essenziali». La richiesta portata a Padoan, per questi motivi, è quella di allungare i tempi del rientro. «Il Mef si è riservato di approfondire e verificare» dice Paolucci. L’obiettivo è semplice: dimezzare le risorse di bilancio da accantonare annualmente per un ripianamento meno impattante.
LE CIFRE Ad oggi, dunque, mancano i consuntivi 2014-15-16 ed è stato riaperto quello 2013 dopo un parziale annullamento della Corte costituzionale. Le cifre del disavanzo presumibile (a settembre sarà certo, questa è l’intenzione, dopo i riallineamenti) si aggirano circa sui 770 milioni. C’è un mutuo, autorizzato ma non contratto, che abbassa attualmente l’ammontare di circa cento milioni. Ma su questa operazione c’è il niet della Corte dei Conti. Circa 170 è la parte di disavanzo dovuta ad anticipazione di liquidità. Al momento la Regione ha previsto di accantonare circa 50 milioni annualmente (fino al 2025). «Occorre buon senso – conclude Paolucci – Rientrare gradualmente, tanto è vero che nei nostri bilanci sono certo di non aver prodotto alcun ulteriore disavanzo, e permettere alle persone di godere dei diritti essenziali. Non posso negare i diritti per il moloch dei debiti del passato».