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Data: 22/07/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Presidente D'Alfonso, non strumentalizzi le istituzioni di Domenico Pettinari (*)

Vogliamo sapere quali saranno i consiglieri regionali che abbandoneranno la Regione per approdare in Parlamento. Vogliamo sapere quali sono i consiglieri regionali, Presidente D'Alfonso compreso, che non manterranno il patto di fiducia accordato con i cittadini nel maggio 2014. I cittadini hanno il diritto di saperlo In questi ultimi mesi nelle aule di consiglio e nei corridoi della Regione c'è fermento. Statistiche, pronostici, strategie, occhiate, risolini e strizzatine d'occhio. Sembra di stare nei corridoi di una scuola prima della gita dell'ultimo anno. Ma questo fermento non riguarda l'Abruzzo, o meglio non riguarda il lavoro che i consiglieri regionali ed il presidente della Regione D'Alfonso si sono impegnati a portare avanti nello scorso maggio del 2014. Sono le elezioni per il Parlamento a destare tutto questo interesse. Un interesse che però non riguarda noi del M5S, poiché abbiamo il vizio di mantenere gli impegni presi. Ci hanno sempre giudicati assolutisti per le nostre regole interne: due mandati e poi a casa, l'impossibilità di lasciare una carica per farsi eleggere in un'altra ed il taglio degli stipendi con rendicontazione delle spese. Regole che nessuna legge ci impone, ma che noi seguiamo con solerzia, perché un patto è un patto e non c'è poltrona che tenga. L'impegno preso con i cittadini abruzzesi non è un trampolino di lancio verso il Parlamento o la scorciatoia per farsi campagna elettorale nelle parlamentarie mentre si è il Presidente di Regione Abruzzo. Perché è questo che sta succedendo tra le fila degli altri partiti: i cittadini hanno scelto nel 2014 una squadra di governo che oggi li sta tradendo per andare in Parlamento e lasciare la Regione in balia dei tanti problemi che non sono stati capaci di risolvere. Ma la cosa più grave è che le eventuali dimissioni arriveranno dopo essere stati eletti nella carica più alta, quindi fin quando non si saprà su quale poltrona si sta più comodi si manterranno i piedi in due staffe, per poi abbandonare la Regione una volta diventati parlamentari. Non solo, competere alle elezioni del Parlamento usufruendo del potere che ha un Presidente di Regione o un consigliere regionale in carica, potrebbe voler dire strumentalizzare l'istituzione per avere più possibilità di fare il "salto di qualità" senza pensare a risolvere i problemi di una Regione che tanto si sta per abbandonare. Un comportamento squalificante che il M5s ha da sempre rigettato, e non per una legge che lo impone, ma per un senso del dovere che accompagna tutti i portavoce a cui i cittadini hanno dato fiducia. Ed invece loro cosa vogliono fare? Chi abbandonerà la nave? Abbiano il coraggio, se proprio vogliono mirare più in alto, di dimettersi prima dell'eventuale elezione e prima dell'inizio della campagna elettorale. Probabilmente, il nostro modo di fare politica per loro deve sembrare qualcosa di alieno. Due mandati poi a casa, non ci si dimette da una carica per concorrere ad averne un'altra, ci si taglia lo stipendio perché non siamo politicanti di mestiere e l'elezione ad una carica maggiore non è vista come una promozione sul posto di lavoro. Dal taglio dei nostri stipendi sono nate cose straordinarie come il Fondo destinato alle Piccole Medie Imprese del Microcredito Abruzzo, come la donazione di una turbina spalaneve alla Protezione civile regionale e tante altre ne verranno. Il M5S fa quello che dice e dice quello che fa, non c'è poltrona dorata che tenga.

(*) Consigliere regionale M5S

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