È dodicesimo, su un totale di 630 deputati, per indice di produttività, secondo la classifica Open Polis, e il primo fra gli abruzzesi alla Camera. «Purtroppo può capitare un momento di distrazione, che magari ti fa saltare una o due votazioni». Scherza Gianni Melilla, deputato di Articolo 1 - Mdp, dall'alto dei 22 progetti di legge presentati come primo firmatario e 505 emendamenti.Melilla, lei ha un tasso di presenza pari al 99,31%. Cosa fa, praticamente ci vive a Palazzo Montecitorio?«Fare il deputato per me è un onore, e sono convinto di dover assolvere a questa funzione nel migliore dei modi. Lo prevede anche la Costituzione italiana, che impone a chi viene investito di incarichi pubblici di svolgerli con onore e disciplina. Credo che sia il modo migliore per dire grazie ai cittadini abruzzesi dell'opportunità che mi hanno concesso, quella di rappresentarli al Parlamento. Questo primo posto non è mio, ma dei cittadini che mi hanno votato».Nell'ambito di questi 22 disegni di legge, ce n'è qualcuno al quale tiene in maniera particolare?«Ce ne sono diversi. Il più curioso sta per andare in porto, e riguarda obbligo per ogni autovettura di dotarsi di un sensore per segnalare la presenza di bambini sui seggiolini. Un testo quanto mai attuale, alla luce dei casi di bambini che vengono dimenticati in auto, che va a modificare il Codice della strada. Un altro, al quale tengo molto, è la possibilità di pensione anticipata per i lavoratori che hanno in casa un disabile al 100 cento. Una cosa che è già andata in porto con l'ultima legge di stabilità è l'istituzione, a Pescara, delpolitecnico dell'alta moda. In Italia ce ne sono soltanto quattro, a Roma, Firenze, Faenza e Urbino. Il quinto sarà attivato già nel 2018».
Chiavaroli: sì, mi sento orgogliosa
Ha un indice di produttività pari a 702,6, che la pone al sesto posto fra i senatori italiani e al primo posto fra gli abruzzesi. In assoluto è la prima nella nostra regione, meglio anche di Melilla. Nonostante Federica Chiavaroli (Alternativa popolare) da tempo ricopra l'incarico di sottosegretario alla Giustizia (prima con il Governo Renzi, poi con Gentiloni), vanta un tasso di presenze nell'arco dell'intera legislatura pari al 67,57%. Alta è la percentuale delle missioni. Al suo attivo, in qualità di parlamentare, e al netto dell'incarico in seno al Governo, ha presentato due disegni legge. Quali sono? Il primo riguarda le modifiche al Codice dei beni culturali e del paesaggio per la gestione delle istituzioni culturali da parte di privati, imprese e organizzazioni no profit. Il secondo si riferisce all'istituzione della figura professionale del musicoterapista.Sottosegretario, che ne pensa dell'attività certificata da Open Polis? «Sono orgogliosa. Credo che il nostro sia un lavoro bellissimo, affascinante. A me piace, mi appassiona, e fa piacere che anche nelle statistiche venga riconosciuto l'impegno».Di cosa si è occupata, e di cosa si sta occupando attualmente? «Nell'ultimo anno e da quando sono sottosegretario, la mia attività è rappresentare il governo in Parlamento. Sui temi della giustizia il governo è stato molto attivo. Ha fatto alcuni interventi molto importanti, ha varato la riforma del processo penale e il codice antimafia, le due cose più importanti. Adesso sta partendo la riforma della procedura fallimentare, che interessa le aziende. Tutte riforme molto impegnative, sulle quali è stata fatta una motevole opera di mediazione. Su alcuni temi il governo ha mostrato davvero una grande sensibilità».
Piccone: è il mio modo di fare politica
Ha votato sì alla fiducia sul decreto per le banche venete, alla manovra correttiva, alla riforma del Titolo V della Costituzione. Era assente, invece, quando è stato votato il decreto sui fallimenti, il decreto terremoto III, il salva banche, l’abolizione di Equitalia. Non c’era quando sono stati approvati i disegni di legge sulle unioni civili, il divorzio breve e il jobs act. Per l’onorevole Filippo Piccone prendere le distanze in maniera netta rispetto a situazioni non condivisibili, pare sia quasi una questione “fisica”. Onorevole, lei ha un indice di produttività di 33,6, che la pone al 616esimo posto (su 630) tra i deputati, e ultimo tra gli abruzzesi. Nel corso della legislatura che volge quasi al termine è stato presente solo il 13,89% delle volte, e assente nell’86,11%. Cosa si nasconde dietro questi numeri? «A seguito del ritiro di Berlusconi e all’esito delle elezioni politiche, ci siamo trovati in una situazione nella quale era necessario garantire un governo al Paese. Per questo, con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, abbiamo deciso di appoggiare il governo Letta, un segnale di responsabilità in un momento difficile per l’Italia. Ma confesso che con l’avvento di Matteo Renzi al governo, poi, ho messo i remi in barca, perché non volevo continuare su questa rotta». E per il futuro? Che cosa ci può annunciare per le prossime elezioni politiche? «Aspettavo che Alfano entrasse in un movimento alternativo alla sinistra. A essere sincero, non ho votato neanche la fiducia al governo di Paolo Gentiloni. In questi ultimi mesi di vita della legislatura cercherò di trovare una collocazione nel centrodestra. Quella di Alfano non mi apparteneva più come linea politica, ma non mi andava neppure di votargli contro».
Quagliariello: sono stato ministro
E' stato primo firmatario di ben 28 disegni di legge, più di ogni altro parlamentare eletto in Abruzzo. Disegni di legge tra i quali quelli relativi al nuovo patto fiscale, con l’introduzione dell'aliquota unica al 20 per cento sui redditi delle persone fisiche e ampliamento della no tax area con modulazione basata sui carichi di famiglia. Eppure, Gaetano Quagliariello, ha un indice di produttività di 74,8 che lo pone al 260° posto tra i 324 senatori, e all’ultimo posto fra gli eletti in Abruzzo. Senatore, come si spiegano questi dati? «In questa legislatura all’inizio sono stato ministro, operando dunque per dovere in una sede istituzionale diversa dal Parlamento in ossequio alla separazione dei poteri (in Senato ero tecnicamente ‘in missione’). Poi sono stato coordinatore di un partito, occupandomi, appunto, di coordinare l’attività anche parlamentare dei colleghi, spesso a scapito della mia. Al netto di queste fasi (due anni e mezzo complessivi), nel periodo restante credo di essere stato fra i parlamentari più presenti e assidui, come si può riscontrare anche dalla qualità delle iniziative legislative che ho promosso». Tra le iniziative legislative che ha promosso e quelle che promuoverà prima della fine della legislatura, a quale si sente più legato? «Fra tutte, quella per me più importante è il disegno di legge su ricostruzione post terremoto e prevenzione del rischio sismico che presenterò questa settimana e che, ad esempio, è costato quattro mesi di lavoro. Se non si farà della ricostruzione e della sicurezza sismica una priorità nazionale e un volano di rilancio del territorio, questa tragedia, che in Abruzzo dura dal 2009, rischia di affossare definitivamente il nostro Paese e soprattutto le aree che in Parlamento rappresento».