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Pescara, 24/11/2024
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Data: 25/07/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Diga e nuovi moli, timori sul porto

«In Croazia con l'automobile. Partendo da Pescara e viaggiando sull'autostrada dell'Adriatico sulla rotta Pescara-Hvar-Spalato». Era novembre 2003 quando l'allora sindaco Luciano D'Alfonso promise ai pescaresi la riapertura del porto al traffico passeggeri. Sette mesi dopo, il 24 giugno 2004, c'è stata la grande festa sul molo con la Snav, la banda e 'Nduccio. Nelle foto dell'epoca anche i volti sorridenti del compianto sottosegretario Nino Sospiri, che sul rilancio del porto aveva speso fior di energie ai tavoli della politica romana, e dell'ufficiale di Marina, Enrico Moretti, oggi comandante della Direzione marittima. Il Pescara Jet poteva imbarcare 650 passeggeri e un centinaio di automobili e qualche camion.
UN MARE DI MILIONI
A luglio 2017, tredici anni dopo e circa 20 milioni di euro spesi per un dragaggio mai efficace, il porto è di fatto chiuso (e non da oggi). Cancellato anche il ponte per Spalato: l'ultimo catamarano leggero della Snav, arrivato per tre anni fino al 2016 grazie al sostegno finanziario della Camera di commercio del presidente Daniele Becci, è un lontano ricordo. Nella Pescara che si autocelebra con Notti bianche da 250mila persone non si arriva né si parte dal mare e di questo disastro si è parlato l'altra sera in piazza Rizzo alla Festa del Mare, promossa dall'associazione Borgomarino sud presieduta da Giuseppe Carminelli, ed è stato in particolare Mimmo Grosso, leader della marineria, a mettere in fila timori e interrogativi sulle possibili criticità del progetto.
Tra il 2004 e l'oggi c'è un solo comun denominatore: una promessa di D'Alfonso per il porto. «Dal prossimo autunno i lavori per l'apertura della diga foranea» ha detto il governatore. Dopo che le imprese hanno ormai chiuso, cancellate o fallite o costrette a licenziare perché il loro grido d'allarme è rimasto inascoltato. E dopo che il fiume-cloaca ha reso impraticabile il mare di Pescara. L'iniziativa del 2004 promossa dall'Associazione dei porti d'Abruzzo «rappresenta solo il primo passo per la promozione di Pescara oltre i confini nazionali» diceva allora Giuseppe Ranalli, dell'Apa. Sappiamo bene oggi com'è andata a finire. A restare inascoltate sono state anche e soprattutto le raccomandazioni della Snav, per voce del comandante Aiello, sulla manutenzione e l'ampliamento dello scalo marittimo.
VASCA DA SVUOTARE
Opere inutili senza un costante dragaggio: minimo in questi anni l'escavo dei fondali di fiume e darsena, in compenso resta da svuotare la vasca di colmata appesantita con 250mila metri cubi di fanghi che attendono da lungo tempo che l'Arta renda ufficiali i dati della caratterizzazione: lo smaltimento dovrà avvenire entro la fine dell'anno e poco o nulla si sta muovendo.
GIALLO SULLA TEMPISTICA
Come pure è fermo il progetto per il prolungamento dei due moli guardiani, progetto da 15 milioni che deve - dovrebbe - viaggiare di pari passo con l'apertura della diga per dare sicurezza ai natanti in entrata e in uscita dallo scalo marittimo. Ma progetti e appalti qui seguono strade e soprattutto tempi diversi e questo fa temere in Capitaneria il rischio di un grande pasticcio con ritardi dalle conseguenze drammatiche. E' su questi aspetti dell'intervento che la Regione deve vigilare, di concerto con il Provveditorato, affinché i lavori del nuovo Piano regolatore portuale assicurino quei benefici che gli operatori e la città attendono da anni. Per il 27 luglio, dopodomani, il Provveditorato ha convocato il comitato tecnico che dovrà pronunciarsi sul progetto esecutivo fornito dall'impresa appaltatrice, la Rcm di Sarno. A ottobre, se tutto fila liscio, dovrebbero cominciare i lavori del taglio della diga. Sperando che anche stavolta D'Alfonso mantenga la promessa per un vero nuovo porto.

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