TERMOLI Stabilimento Fiat evacuato, auto e masserie bruciate, strade e ferrovie paralizzate fino a sera, case sgomberate a Rio Vivo, automobilisti e viaggiatori bloccati per ore. L'inferno, ieri, è passato da Termoli. Un gigantesco rogo, divampato in località Rivolta Del Re, così si chiama il sito produttivo del nucleo industriale, ha accerchiato la città più importante del Molise costiero mandando in fumo decine di ettari di vegetazione e sconvolgendo la circolazione tra il nord e il sud dello stivale.
L'INCHIESTA
Non si registrano feriti né intossicati, per fortuna, ma si è sfiorato il dramma: poco c'è mancato che il fronte di fuoco, infatti, ingovernabile per le folate di garbino a 40 gradi, arrivasse fin dentro la fabbrica metalmeccanica più grande della regione, con quasi quattromila addetti. La procura della repubblica di Larino, che per tutta la giornata ha seguito gli sviluppi dell'emergenza, aprirà probabilmente oggi un'inchiesta: si vuol capire come siano scoccate le prime scintille del rogo che, per gli ultimi focolai, tiene sotto pressione da ore centinaia di soccorritori.
Il racconto della giornata di fuoco è di quelle che tolgono il respiro: l'allarme è scattato già di mattina, quando Anas e Società Autostrade facevano cenno a disagi, rallentamenti e code su A14 e Statale 16 a causa del fumo provocato da un incendio. Col passare delle ore la situazione si è aggravata, visto che le fiamme, senza controllo, si propagavano fino a minacciare abitazioni e attività produttive.
Nella zona industriale, oltre alla Fiat, ci sono due aziende chimiche, oltre a centrale elettrica e depositi di stoccaggio di metano. E' lì che, per scongiurare il pericolo, si è concentrato il lavoro dei Vigili del Fuoco, giunti in forze da tutti i distaccamenti del Molise, ma anche dall'Abruzzo e dalla Puglia, con elicottero e due Canadair, decollati da Bari e Fiumicino. E' stato attorno alle 15 che, in via precauzionale, la direzione di stabilimento della Fiat ha ordinato al personale di lasciare la fabbrica: sono stati loro, operai e impiegati, impietriti di fronte a quelle minacciose lingue di fuoco, a scattare le prime foto e a mandarle ad amici e famigliari: «Mai visto niente di simile dicevano mai un'emergenza tanto grave dai tempi dell'alluvione».
«SI RICOMINCIA»
«Era il 2003 racconta il segretario regionale della Fim Cisl, Riccardo Mascolo che i lavoratori non venivano mandati a casa. Allora ci fu la cassa integrazione». Non sarà così questa volta, perché già al tramonto i capi unità hanno avvertito i dipendenti: si ricomincia. «Meglio così», ha detto Giuseppe Di Biase, da Vasto, papà di Manuel, un bimbo di poco più di sette mesi: «Mi hanno detto di stare in fabbrica alle 22, al reparto Termoli 3, quello dove si fabbrica il motore della Giulia Alfa Romeo».
In municipio è rimasto aperto tutta la notte il centro operativo comunale con il sindaco, Angelo Sbrocca, a coordinare l'emergenza: «Per fortuna il peggio è passato - dice che è ormai sera il primo cittadino - ma è stata davvero dura: con la temperatura a 42 gradi, con il garbino che toglieva il fiato, non è stato facile aiutare i cittadini a Rio Vivo, Marinelle, Difesa Grande. E' per questo che devo ringraziare tutti quelli che hanno lavorato per circoscrivere l'incendio. Responsabili? Che dire - conclude Sbrocca - in questi casi basta una cicca a scatenare l'inferno».