L'AQUILA Al momento non sono previsti aumenti per i consumatori che fruiranno delle tratte autostradali abruzzesi A24 e A25. Almeno fino a quando il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non calcolerà in maniera corretta, con la giusta istruttoria, l'incremento tariffario vantato dalla concessionaria, Strada dei Parchi, per l'anno 2015, nel rispetto della convenzione unica. Il lasso di tempo previsto per arrivare a questo provvedimento è di trenta giorni a decorrere dalla comunicazione della sentenza del Tar del Lazio arrivata al termine della camera di consiglio del 12 luglio e pubblicata il 21. Verosimilmente, dunque, tutto il mese di agosto, quello di maggiore traffico, trascorrerà senza variazioni. Al momento questa è la linea che filtra dalla società, pur senza il crisma dell'ufficialità.
Il caso è esploso appunto all'indomani della sentenza del Tar laziale che si è espresso sul ricorso presentato da Strada dei Parchi contro Mef e Mit (ministeri dell'Economia e dei Trasporti) per l'ottemperanza della sentenza del Tar Lazio del 7 aprile 2016 che aveva annullato il decreto numero 577 del 31.12.2014, adottato di concerto tra i due dicasteri, con il quale l'aggiornamento tariffario applicabile per il 2015 dalla concessionaria era stato approvato nella misura dell'1,5%. Un aumento adottato in base a una direttiva ministeriale del 2014 che impone come obiettivo prioritario l'adozione «di ogni misura idonea a permettere l'attenuazione degli aumenti». La concessionaria ha fatto ricorso invocando una serie di norme (convenzione unica con Anas, delibera Cipe del 21.3.2013) e quantificando un aumento ben più cospicuo, nell'ordine del 9,06% su cui incideva in modo rilevante il totale degli investimenti portati a consuntivo tra il periodo 1 ottobre 2013- 30 settembre 2014. I giudici amministrativi hanno dunque accolto il ricorso di SdP e ordinato di riattivare il procedimento di verifica dell'incremento, i trenta giorni, nominando fin d'ora, in caso di eventuale inadempimento, un commissario ad acta. Fino ad allora, dunque, sarà difficile ipotizzare concretamente uno scenario.
LE POLEMICHE
Nel frattempo, però, la polemica divampa. «Il contenzioso tra Strada dei Parchi e Governo sull'applicazione degli aumenti dei pedaggi non si deve scaricare in alcun modo sugli utenti»affermano in una nota congiunta le principali associazioni della piccola impresa, dell'artigianato e del commercio abruzzesi (Api-Casartigiani-Claai-Cna-Confapi-Confartigianato-Confcommercio-Confesercenti). Al Governo, le sette sigle del mondo dell'impresa chiedono così «di confermare nella sede indicata dai giudici amministrativi (il Cipe) quanto a suo tempo deciso, e nel caso di impugnare innanzi al Consiglio di Stato la decisione del Tar». «Evitando comunque aggiungono che debbano essere imprese e cittadini a pagare». «I cittadini abruzzesi scrive Lelio De Santis, segretario regionale Idv - vengono colpiti nelle tasche, come avviene spesso in coincidenza con le vacanze estive, con i rincari autostradali. Le motivazioni alla base della decisione e le ragioni della società concessionaria non possono penalizzare solo gli utenti, i pendolari per lavoro ed i tanti turisti che desiderano venire in Abruzzo. Ora, al di là delle recriminazioni del momento, è necessario che la Politica a tutti i livelli si muova per rivedere una convenzione che danneggia solo i cittadini e che mette a loro carico tutto il costo della gestione e della manutenzione».