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Pescara, 24/07/2024
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Data: 28/07/2017
Testata giornalistica: Il Centro
L'aggressione? Tutto inventato. Mai esistito l'uomo di colore col coltello sul convoglio Trenord Il controllore stressato

MILANO Non c'è mai stato un uomo nero con un coltello che, a bordo di un convoglio Trenord, ha passato da parte a parte la mano del controllore Davide Feltri, 45 anni, per il quale i suoi colleghi avevano anche scioperato per chiedere più sicurezza sui treni lombardi. Un problema sicurezza che è denunciato da tempo dal personale e dai viaggiatori ma che si è rivelato inesistente alle 7 e 12 del 19 luglio quando il capotreno, alla stazione di Santo Stefano lodigiano, era sceso dal convoglio proveniente da Piacenza e diretto a Milano con un coltello conficcato nella mano, raccontando di essere stato aggredito da un immigrato di cui aveva anche fornito una descrizione dettagliata. Quell'immigrato era anche stato sentito a lungo dagli investigatori della Questura di Lodi ma aveva fornito solidi argomenti per dimostrare che non c'entrava nulla. Gli investigatori hanno analizzato tutte le immagini tratte dalle telecamere di sorveglianza delle ferrovie e le hanno messe a confronto con la versione del controllore che scricchiolava sin dall'inizio. Ieri l'uomo è crollato. «Si è inventato tutto, la vicenda va letta come segnale di esasperazione per la situazione che stanno vivendo» gli addetti che lavorano a bordo dei treni, ha spiegato il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro. Il capotreno aveva indicato come aggressore un ghanese di 25 anni con il quale aveva avuto un diverbio il giorno prima: «Mi aveva minacciato di morte». Per questo avrebbe simulato l'aggressione dando la colpa all'africano, ma il timore degli investigatori è che anche questo diverbio sia totalmente inventato. A inguaiare Feltri anche le foto che aveva postato subito su Facebook: in particolare quella che lo ritraeva con il coltello nella mano, analizzata nel dettaglio dalla Scientifica. Le immagini delle telecamere hanno fatto il resto: il controllore sarebbe andato in bagno, qui si sarebbe conficcato nella mano il coltello, portato dalla sua cucina. Una volta fuori, avrebbe sbloccato le porte della carrozza per simulare che l'aggressore si fosse buttato fuori con il treno in corsa. Stavolta, quindi, nessuna aggressione, a differenza di quanto accaduto l'11 giugno del 2015 quando il capotreno Carlo Di Napoli alla stazione di Villapizzone, alla periferia di Milano, fu assalito a colpi di machete e rischiò di perdere un braccio. Per quell'episodio sono stati condannati anche in appello alcuni «latinos» a pene fino a 14 anni.

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