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Pescara, 24/07/2024
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Data: 28/07/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Stop ai privilegi della politica. Taglio dei vitalizi, ora tocca ai 154 ex consiglieri abruzzesi. Il testo approvato dalla Camera prevede anche il ricalcolo delle pensioni regionali. Tra previdenza diretta e reversibilità la Regione spende ogni anno oltre quattro milioni di euro. Ma gli interessati sperano nella Consulta

PESCARA Vitalizi più poveri ed età pensionabile più alta per tutti. Questo il succo del testo uscito mercoledì dalla Camera e che ora dovrà passare all'esame, molto più difficile, del Senato per diventare legge dello Stato. La norma interessa non solo i parlamentari ma anche gli ex consiglieri regionali e quelli che hanno già maturato i requisiti. In Abruzzo i vitalizi sono stati aboliti nel 2011 (legge 36/2011) a partire però dalla X legislatura, quella cioè in corso. La legge regionale non ha toccato però i 154 ex consiglieri o vedove e vedovi di ex consiglieri che già percepiscono il vitalizio o la reversibilità, oppure chi lo ha maturato anche se è consigliere ancora in carica e non ha rinunciato al vitalizio, come hanno già fatto tra gli altri Camillo D'Alessandro, Federica Chiavaroli, Gianni Chiodi, Lorenzo Sospiri («Sono stato eletto a 33 anni, avrei preso il vitalizio dopo 32 anni, forse all'epoca non ci sarà più l'Europa», dice). Se invece il Senato approverà il testo uscito da Montecitorio, saranno toccati anche gli assegni percepiti dagli ex consiglieri regionali, che dovranno essere ricalcolati con il metodo contributivo, ben più svantaggioso (si parla di un taglio di circa il 40 per cento dell'importo), mentre l'età per l'accesso al vitalizio, per coloro che l'hanno già maturato ma non l'hanno ancora percepito, sarà regolato sulla base della legge Fornero: quindi almeno 66 anni e 7 mesi (con relativo adeguamento in base all'aspettativa di vita) contro i 65 anni che la Regione Abruzzo prevede oggi.La Regione dovrà introdurre la norma entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge nazionale. In caso contrario, dice il testo, «i trasferimenti statali a qualunque titolo» spettanti alla Regione, «sono ridotti di un importo corrispondente alla metà delle somme destinate dalla regione (...) da ciascun esercizio, a decorrere dal 2017, ai vitalizi e ai trattamenti previdenziali, comunque denominati, per i titolari di cariche elettive».Per la Regione significherebbe un taglio al bilancio di oltre due milioni di euro, visto che la spesa annua per coprire 63 vitalizi e 41 assegni di reversibilità è di circa 4,2 milioni di euro. Solo pochi giorni fa l'ufficio bilancio e stipendi del Consiglio regionale ha staccato un assegno di 365.608,30 euro per pagare i vitalizi del mese di luglio. Nel frattempo la platea dei beneficiari si è allargata con l'ingresso di Nazario Pagano, ex presidente del Consiglio regionale e attuale coordinatore regionale di Forza Italia (primo assegno vitalizio a giugno pari a 4.531 euro lordi per i suoi 14 anni, 1 mese e 9 giorni di servizio all'Emiciclo) e di Giovanni D'Amico, ex assessore Pd al Bilancio che percepirà 3.577 euro lordi per i 9 anni, 10 mesi e 22 giorni di permanenza in Consiglio. Sia Pagano che D'Amico hanno chiesto e ottenuto di anticipare a 60 anni l'accesso al vitalizio con la penalizzazione prevista dalla norma regionale.Per tutti i vitalizi in corso le somme vanno da un minimo di 1.800 euro lordi per chi ha alle spalle una sola legislatura di 5 anni a un massimo di 5.008 euro lordi per chi ha superato le tre legislature. In quest'ultima fascia troviamo tre ex presidenti del consiglio Regionale: Gaetano Novello, Vincenzo Del Colle e Giuseppe Tagliente. Nella fascia subito inferiore tra i 4mila e i 5mila euro ci sono Mario Amicone (4.531 euro), Paolo Ciammaichella (4.262 euro), Sergio Fortunato Antico (4.262 euro), Ugo Giannunzio (4.281 euro), Romeo Ricciuti (4.293 euro). Tra i 3mila e i 4mila euro troviamo Luigi Borrelli (3.026 euro), Maria Nella Canale, vedova di Nino Pace (3.005 euro), Franco Caramanico (3.577 euro), Francesco Cicerone (3.083 euro), l'ex presidente della Regione Antonio Falconio (3.577 euro), Alberto La Barba (3.627 euro), Anna Nenna D'Antonio (3.058 euro), Giovanni Pace (3.577 euro), Filippo Pollice (3.577 euro), Antonio Prospero (3.577 euro), Antonio Saia (3.816 euro), Francesco Sciarretta (3.577 euro), Antonio Nicola Sisti (3.196 euro), Marco Verticelli (3.445 euro), Bruno Viserta (3.816 euro). Un caso particolare riguarda l'ex consigliera regionale Anna Maria Fracassi che percepisce un vitalizio di 2.861 euro, più la reversibilità del marito Giovanni Bozzi pari a 2.385 euro lordi.Ora bisognerà attendere il Senato per capire se questi assegni saranno destinati a essere tagliati. Nel frattempo in Regione continua il braccio di ferro per abolire i doppi e tripli vitalizi.


Ma gli interessati sperano nella Consulta «Il testo è incostituzionale. Se il principio passa sono a rischio anche le pensioni degli italiani»

L'AQUILA Tace, la politica, dopo l'approvazione alla Camera della legge Richetti, la riforma del trattamento pensionistico di parlamentari e altri rappresentanti eletti, che prevede la riduzione dei vitalizi percepiti dagli ex parlamentari e l'innalzamento dell'età pensionabile. Nessuna dichiarazione ufficiale, da parte di ex amministratori regionali che già percepiscono un vitalizio, a volte minimo. «Un precedente gravissimo», dice uno di loro, che sul finire degli anni '90 ricopriva l'incarico di consigliere regionale, «se dovesse passare anche al Senato. Non credo, tuttavia, che supererebbe lo scoglio della Consulta, visto che si creerebbe un gravissimo vulnus costituzionale. La sensazione», aggiunge non senza una nota di amarezza, «è che abbiano voluto dare il via libera a questa legge solo per salvarsi la faccia, confidando nel fatto che la Corte Costituzionale non potrà non osservarla. Come dire, noi ce l'abbiamo messa tutta, ma poi sono stati altri a bocciarla». Tra l'altro, spiega ancora l'ex consigliere, non è ancora chiaro che tipo di ripercussioni questo provvedimento potrà avere sulle regioni, che dovranno limitarsi a recepire la norma. «Che ne sarà delle regioni a statuto speciale? Varrà anche per loro? E in caso contrario», osserva, «non si aprirà un fronte di disparità rispetto alle altre?». Secondo un altro ex esponente di spicco della politica regionale, una valutazione andrebbe fatta caso per caso. «È dal 1975 che sono in politica», dice, «ho ricoperto una serie di incarichi, e adesso percepisco una somma netta che si aggira sui 1200 euro. Possiamo discutere sulla non cumulabilità dei vitalizi, così come si può discutere sul prelievo di solidarietà, però bisogna tenere in considerazione che chi ricopre incarichi elettivi spesso è costretto a lasciare la propria professione, con tutto quello che ne consegue sul piano economico e previdenziale. Quello che è aberrante è stabilire la retroattività della legge. Ci sono persone che hanno costruito una vita basandosi sulle leggi vigenti, e se la ritrovano scombinata. Se passa questo principio, gioco forza, prima o poi passerà anche quello che il 70% delle pensioni italiane possono essere ritoccate».

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