ROMA Una manovra diventata meno impegnativa grazie alla trattativa in corso con l'Unione europea - da verificare comunque in autunno - e che forse potrebbe alleggerirsi un altro po' se sarà confermata per i prossimi mesi una crescita economica più intensa di quanto previsto. L'asticella della legge di bilancio resta comunque fissata al di sopra dei 10 miliardi ma per il governo, come indicato più volte dal ministro Padoan, la sfida principale è quella della qualità: definire misure che possano rafforzare la capacità produttiva del Paese nel medio periodo. Obiettivo ambizioso che però andrà impostato e gestito in una fase di fine legislatura prevedibilmente convulsa.
GLI AUMENTI La prima voce del menu a cui l'esecutivo sta lavorando è naturalmente la cancellazione degli aumenti Iva che scatterebbero in forza delle cosiddette clausole di salvaguardia. Su un totale di 19,6 miliardi (inclusi 350 milioni di accise) la recente manovrina concordata con la Ue ha già eliminato incrementi di imposta per 3,8. Restano quindi circa 15,5 miliardi ma grazie proprio ai maggiori margini che si stanno definendo in sede europea il governo metterà sul tavolo una somma intorno ai 7 miliardi: il resto verrà assorbito come maggior deficit. A questo importo andranno poi sommate (e finanziate) le specifiche misure di politica economica che l'esecutivo vorrà mettere sul campo. Quindi innanzitutto la decontribuzione mirata per i giovani. L'impianto è ormai abbastanza consolidato: come confermato ieri dal viceministro dell'Economia Enrico Morando prevede per i neoassunti under 35 (ma la soglia di età potrebbe scendere) una prima fase in cui l'aliquota contributiva del 33% verrebbe dimezzata e poi dopo due anni una riduzione permanente di almeno 3 punti. Il costo viene stimato intorno ai 2 miliardi ma sarebbe crescente nel tempo.
Altre due direttrici di intervento - potenzialmente anche connesse tra loro - riguardano l'incentivazione degli accordi aziendali di secondo livello (con allargamento della platea dell'attuale imposta sostitutiva) e il rafforzamento del piano Industria 4.0. C'è poi l'impegno già preso dal governo sul contratto dei dipendenti pubblici, che comporta un ulteriore esborso di 1,2 miliardi oltre alle risorse già stanziate. Nella legge di bilancio dovranno inoltre entrare i provvedimenti in materia di pensioni da definire con i sindacati, ma il governo sarà molto attento a evitare che la spesa pensionistica aumenti in modo sostanziale.
LA REVISIONE Dal lato delle coperture i dossier aperti sono quelli a cui si è già fatto ricorso negli anni passati. Quindi una ulteriore fase di spending review (facilitata dalla nuova struttura del bilancio che la rende in una certa misura permanente), contrasto all'evasione fiscale (che dovrebbe passare per una maggiore applicazione della fatturazione elettronica nei rapporti tra privati) e la revisione delle agevolazioni fiscali.