Il centrosinistra tenta il golpe. Come annunciato nei giorni scorsi, è stato depositato il ricorso al Tar da parte di alcuni consiglieri teso a impugnare l'atto di proclamazione degli eletti disponendo il riconteggio delle schede. I ricorrenti sono assistiti dall'avvocato aquilano, Claudio Verini che ieri ne ha diffuso la comunicazione: «Si rappresenta che nei giorni scorsi è stato depositato presso la segreteria del Tar Abruzzo L'Aquila un ricorso elettorale volto ad ottenere la verifica dei risultati delle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale del Comune di L'Aquila, con riferimento agli effettivi voti ottenuti dalle liste che hanno sostenuto la candidatura a sindaco di Americo Di Benedetto. Le ragioni a fondamento del ricorso non rivestono una connotazione politica si legge nella nota - né tantomeno la presentazione del ricorso ha la finalità di non riconoscere ed accettare la volontà degli elettori. Al contrario, è proprio in tale ottica che i firmatari del ricorso hanno sottoposto all'esame dell'avvocato Claudio Verini i verbali di alcune sezioni elettorali, affinché questi potesse esprimere il proprio parere in merito alla esistenza di incongruenze ed imprecisioni che, se effettivamente sussistenti, potrebbero restituire una espressione della volontà degli elettori differente rispetto a quella consacrata nel verbale di proclamazione degli eletti. Riscontrata, da parte del legale Verini, la presenza di incongruenze e imprecisioni si è quindi ritenuto di domandare al competente Tar, limitatamente ad alcune e limitate sezioni elettorali, il riesame del voto espresso dagli elettori. In caso di accoglimento del ricorso risulterebbero eletti alla carica di consigliere comunale Maurizio Capri, Emanuela Di Giovambattista, Fabrizio D'Alessandro, Sergio Ianni, Giorgio Spacca, Gianni Padovani, Fabrizio Ciccarelli, Anna Lucia Bonanni e Fabrizio Righetti».
Se accolto, il ricorso elettorale avrebbe l'effetto di una legittimazione diffusa estendendo i benefici anche ai non ricorrenti aventi diritto. Ciò in virtù della tutela alla regolarità dei risultati elettorali. L'udienza, come riferito da Verini, è stata fissata per l'8 novembre prossimo. Se i ricorrenti dovessero aver ragione sempre il giudice del Tar dovrebbe disporre il riconteggio per procedere poi all'eventuale attribuzione del premio di maggioranza che determinerebbe l'effetto Anatra Zoppa. Il tutto dovrebbe svolgersi in tre o quattro mesi poiché questo tipo di ricorsi hanno una procedura accelerata. Per ribaltare la situazione occorrono 41 voti (nel caso in cui dovessero essere modificate le sole preferenze dei partiti secondo i risultati ufficiali, il totale dei voti validi ricevuti dai candidati sindaco è di 39.039 preferenze, e per sole 41 preferenze le 9 liste del centrosinistra non hanno superato la metà più uno, conquistando, almeno sulla carta il premio di maggioranza: servivano 19.520 voti, ne sono stati conteggiati 19.479). Il rischio è che facendo salire il totale delle liste di 41 voti, salirà anche quello dei sindaci lasciando il gap invariato: ecco perché potrebbe essere necessario pescare il doppio dei voti 82 pescati fra le 995 schede nulle.