Alla fine Americo Di Benedetto ha detto no. Non farà parte del collegio sindacale dell’Asl provinciale, come aveva deciso il governatore Luciano D’Alfonso designandolo nelle nomine di competenza dell’ente. Ieri l’ex candidato sindaco e presidente di Gsa, consigliere comunale in carica, con un post ha gentilmente declinato, lasciando anche intendere che preferisce tenersi le mani libere in caso di futuri appuntamenti elettorali: «Ringrazio il presidente della Regione Abruzzo per la stima professionale manifestata nei miei confronti – ha scritto Di Benedetto -. La sua designazione nel prestigioso ruolo di controllo della Asl provinciale mi lusinga. Mi dispiace, ma con rammarico non posso accettare. Spero di non essere scortese. Ho un ruolo politico, quello che la città dell’Aquila ha ritenuto giusto assegnarmi, accettare sarebbe inopportuno. Lo sarebbe ancor più se nelle future competizioni elettorali, politiche e regionali, come credo che accadrà, dovessi essere impegnato (indirettamente o in prima persona, vedremo...). Nel mio percorso di vita ho sempre tenuto distinta la mia passione per la politica (di qualsiasi tipo, anche ordinistica) dalla mia attività professionale. È una questione di stile, non un semplice esercizio dello stesso. L’etica politica e la deontologia professionale non si dichiarano, si praticano. Finita la mia esperienza di impegno pubblico avrò la mia professione, propria della sua specializzazione nel settore della pubblica amministrazione. Da quel momento concorrerò con i miei colleghi secondo i giusti principi di trasparenza e di rotazione. Per ora continuerò ad occuparmi degli altri, non di me stesso. L’esempio fa la differenza, sempre! ». La designazione dei quattro componenti di competenza regionale, uno per ogni Asl, aveva scatenato la polemica politica: in particolare Paolo Gatti, di Forza Italia, aveva denunciato la circostanza che nella decisione sarebbe stato completamente disatteso un sorteggio in virtù del quale erano stati selezionati altri nominativi. Una procedura che, a quanto sembra, la Regione avrebbe intrapreso in forza di un parere dell’Avvocatura.