Saranno mesi decisivi per il destino del trasporto pubblico in Abruzzo, con particolari attenzione alle aree interne. Ve lo raccontiamo da tempo, le scadenze ravvicinate imposte dalla manovra correttiva (il decreto legislativo 50) impongono tempi strettissimi prima decidere del futuro assetto del trasporto pubblico.
In queste settimane, in considerazione della previsione della possibilità di realizzare gli affidamenti in house (vale a dire l'affidamento ad un soggetto interno all'ente, senza il coinvolgimento di esterni), a patto che gli stessi avvengano entro il prossimo 30 settembre, si è inoltre avviato un confronto serrato con le organizzazioni sindacali a livello regionale.
Nel corso degli incontri è emersa l'intenzione del governo regionale di Luciano D'Alfonso (Pd), di procedere con un modello che prevede di scorporare da Tua tutte le relazioni extraregionali per affidarle ad un'altra azienda regionale - la Sangritana Spa - che avrebbe dovuto essere liquidata proprio dopo la fusione con la stessa Tua (Trasporto unico abruzzese).
"Noi che abbiamo creduto, dalla prima ora, nel progetto azienda unica ora facciamo fatica a condividere tale scelta - affermano polemici Umberto Trasatti e Domenico Fontana della Cgil - ma la nostra contrarietà non si limita alla rinascita di una nuova partecipata che, invece, da tempo si sarebbe dovuta liquidare".
Nel progetto della Regione, infatti, si starebbe prendendo in considerazione l'idea di un piano di affidamento dei servizi che prevede di far sparire la contribuzione pubblica sulla relazione L'Aquila-Roma, servizio minimo essenziale per la comunità aquilana e non solo.
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Su questo il sindacato è molto critico, perché la tratta tra i due capoluoghi non può essere assimilata alle altre rotte commerciali. La Cgil aveva anzi addirittura proposto che, oltre alla L'Aquila - Roma, anche la Sulmona-Avezzano-Roma fosse inclusa tra i servizi essenziali.
Per servizi essenziali si intendono quelle tratte ritenute fondamentali, rese in regime di Tpl (i contributi regionali sul trasporto pubblico locale), e quindi con tariffe e abbonamenti a prezzi bassi, resi calmierati dal contributo dello Stato: "Noi siamo abbastanza certi che tale relazione L'Aquila-Roma, qualora trasformata in relazione a mercato, non avrà in futuro la stessa frequenza di servizio ne lo stesso livello tariffario con grave danno per i cittadini di tutte le zone interne meritevoli di attenzioni ed ancora, purtroppo, dimenticate anche rispetto alle agevolazioni derivanti dal famoso 'biglietto unico' in vigore solo sull'area metropolitana Chieti Pescara", sottolineano preoccupato Trasatti e Fontana.
Come questo giornale sottolinea da tempo, restano inoltre ancora da chiarire i passaggi della fusione della municipalizzata del Comune dell'Aquila Ama con l'azienda unica abruzzese Tua. Un passaggio dove pare stiano emergendo difficoltà che la Cgil ritiene tuttavia superabili.
Secondo quest'ultima, comunque, la soluzione migliore resta il su citato affidamento in house, ma considerando gli innumerevoli disservizi e i "campanelli d'allarme" di questi mesi, è tutt'altro che sventato il pericolo che il trasporto extraurbano dell'Abruzzo interno possa essere interamente affidato a privati.
Questa ipotesi non è ideologicamente ostile - ci mancherebbe - ma vien da sé che se il faro che guida i privati è l'opportunità del profitto, potrebbero essere tagliati quei "rami secchi" (leggasi territori periferici e poco abitati e quindi non economicamente vantaggiosi), a tutto danno della vita delle comunità.