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Data: 04/08/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Ripensare il sistema della mobilità»

SULMONA. Evitare interventi spot e concentrarsi invece su un piano di mobilità sostenibile che abbia una visione d'insieme. E' quanto chiede Bicincontriamoci e ribadisce, plaudendo l'intervento degli appassionati delle due ruote, il movimento politico Sbic (Sulmona Bene in Comune). Ora che dalla Regione sono arrivati i soldi, 1,3 milioni e più di euro frutto di una transazione per un vecchio debito, è dunque il momento per ripensare il sistema di mobilità della città di Sulmona, più che concentrarsi e spendere questo inatteso bottino per riparare mezzi e bus. Bicincontriamoci in particolare evidenzia due criticità che riguardano la stazione ferroviaria e il costruendo Collettore turistico nella zona Japasseri. La carenza e la disorganizzazione dei mezzi pubblici di trasporto tra la stazione e il centro, spiegano i ciclisti, costringe molti utenti ad usare l'auto per prendere il treno, rendendo così trafficata e pericolosa una strada dove, a fronte dei lavori di rifacimento del manto stradale, non sono stati rifatti i marciapiedi, né previsti ingombri e piste dedicate ai ciclisti.
«Risultato: le auto sfrecciano più allegre che mai sulla strada liscia- scrive Bicincontriamoci -, i pedoni continuano ad arrancare tra le buche e le radici dei marciapiedi e i ciclisti sono passati da partecipanti in una gara di slalom speciale tra le buche a intrusi in un gran premio di formula uno». L'associazione suggerisce anche qualche intervento, come ripristinare i dissuasori ormai demoliti e attivare la colonnina dell'autovelox: «Quante multe sono state erogate finora non è dato di sapere, ma sicuramente se funzionassero realmente il comune potrebbe avere un bel ritorno economico da utilizzare poi per provvedimenti a favore degli utenti deboli della strada».
Così come sarebbe necessario collegare la stazione ferroviaria con il Collettore turistico dove sono previsti gli arrivi dei bus, ed evitare così che i turisti siano diversamente serviti a seconda del mezzo che scelgono per arrivare in città. «Se si fosse ragionato in maniera più approfondita e non a compartimenti stagni- continua Bicincontriamoci- probabilmente sarebbe venuta fuori un'idea più rispondente ai bisogni reali di tutti. Solo con un Piano Urbano di Mobilità Sostenibile si può ottenere quella pianificazione in tema di mobilità che permette di evitare progetti e provvedimenti staccati gli uni dagli altri come è avvenuto finora». «L'idea di calare il finanziamento regionale all'interno di una più generale visione della mobilità cittadina e territoriale aggiunge Sbic -, deve essere valutata come approccio politicamente corretto e foriero di un metodo, quello della pianificazione partecipata, che dovrebbe essere adottato come criterio generale da parte dell'amministrazione attiva».

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