PESCARA «L'8 settembre sarà in Abruzzo il ministro Padoan per dare una grande notizia che vi sorprenderà». Non dice di più Luciano D'Alfonso a margine della conferenza stampa sul trasferimento di parte della viabilità provinciale all'Anas. Ma anche se manca ancora l'ufficialità, quella con cui il ministro dell'Economia si presenterà in Abruzzo a fine estate è una valigia piena di soldi. Sembra infatti che la Regione sia riuscita a spuntare con il Mef la dilazione del deficit di bilancio (circa 750milioni) in 20 anni. Questo, oltre ad evitare tagli dolorosissimi su servizi essenziali, come il sociale e il trasporto pubblico, dovrebbe consentire di liberare nuove risorse per gli investimenti, sgravando così la Regione dal pesante fardello dei debiti ereditato dal passato. Faccenda seria, su cui si sono registrati in questi anni anche i pesanti richiami della Corte dei conti, con la bocciatura parziale dei rendiconti del 2013 e la mancata approvazione di quello successivo.
L'assessore al bilancio, Silvio Paolucci, ci ha perso il sonno in vista delle scadenze del prossimo mese di settembre ed è stato costretto a fronteggiare anche i pesanti attacchi delle opposizioni: prima del M5S, che ha proposto addirittura il commissariamento del bilancio regionale al premier Gentiloni, giudicando inefficaci le politiche del governo D'Alfonso per il ripianamento del deficit. Poi del gruppo regionale di Forza Italia, che ha rimproverato alla maggioranza di avere interrotto il piano di risanamento avviato dalla precedente giunta Chiodi, producendo nuovo debito. Senza contare il fiato ancora sul collo della magistratura contabile per i mancati accertamenti dei residui attivi e passivi degli anni precedenti. Una situazione di stallo da cui la Regione non sarebbe mai potuta uscire senza l'intervento del governo centrale e che sembra essere arrivato proprio dopo la missione romana di D'Alfonso e Paolucci nella sede del Mef, con la richiesta al ministro di poter dilazionare il ripianamento del deficit di bilancio in 20 o 30 anni.
La partita dovrebbe essersi chiusa con la concessione all'Abruzzo di una dilazione ventennale, misura che andrà ad agevolare anche i prossimi inquilini di Palazzo Centi quando, nel 2019, si tornerà alle urne e che non dovrebbe dunque incontrare particolari ostacoli politici. Il rischio, in caso contrario, era quello di una paralisi amministrativa dal prossimo autunno, ormai dietro l'angolo, se non del commissariamento (come sollecitato dai 5 Stelle) che avrebbe riproposto in Abruzzo lo schema già visto per sei lunghi anni con la sanità: circa 500milioni di euro da restituire alle casse dello Stato, anche con l'aumento della tassazione che ha finito col pesare sulla tasche di cittadini e imprese, alimentando le note tensioni con le cliniche private e gli scontri sul territorio per la riduzione dei budget e dei servizi. Adesso, con la probabile dilazione del debito di bilancio nei prossimi 20 anni, lo scenario cambia totalmente. L'8 settembre, alla vigilia di apertura delle scuole, arriverà Padoan in Abruzzo per portare la buona novella e, probabilmente, anche qualche compito da fare a casa.