Un' altra estate bollente per il sindaco Marco Alessandrini, e non è solo colpa dell'afa. Lo scorso anno c'era il problema della balneazione, adesso le tocca fronteggiare le fibrillazioni che stanno nuovamente scuotendo la sua maggioranza. A proposito, come pensa di chiudere il caso Teodoro?
«Certo, i valori della balneazione ci hanno messo al riparo dai problemi della scorsa stagione, ma nel mese di luglio abbiamo dovuto fronteggiare un'emergenza sociale gravissima, come quella di via Lago di Borgiano, forse non del tutto percepita dall'opinione pubblica: tre palazzine Ater dichiarate inagibili dopo i controlli antisismici, con 84 nuclei familiari (235 persone) a cui dare un tetto. Un'emergenza che siamo comunque riusciti a gestire attraverso un percorso complesso».
E con i Teodoro?
«Ricordo che quella lista civica nasce da un accordo di coalizione del 2014. Inutile nascondere che le frizioni con la famiglia di San Donato ci sono state, ma è altrettanto utile ricordare che si tratta della seconda forza politica della maggioranza dopo il Pd».
Come dire che i meccanismi della politica hanno logiche non sempre compatibili con il sentire comune.
«Diciamo che se è vero che il sindaco ha la possibilità di nomina o di revoca degli incarichi in giunta, è anche vero che deve rispondere alla comunità politica di appartenenza».
Questo vuol dire che è probabile il ritorno della giovane Veronica nell'esecutivo?
«Il dialogo con la lista Teodoro continua, ma è il mio partito a condurre il gioco. Io non posso che aspettare e ricordare a tutti che l'atteggiamento meno morbido con gli alleati di coalizione è stato fino ad oggi proprio quello del mite Alessandrini».
Pescara sembra mostrare una nuova vitalità: alcuni grandi eventi si sono dimostrati particolarmente attrattivi, l'aeroporto ha registrato il boom di presenze nel mese di luglio. Quella che non è ancora chiara è però la prospettiva a medio e lungo termine della città, la sua vera vocazione. Dove stiamo andando?
«Stiamo andando verso Pescara 2027, i cento anni della nostra città. Abbiamo fatto anche dei documenti strategici sulla città del benessere e della conoscenza su cui stiamo concentrando la nostra azione, che passa dai grandi eventi. Il raduno nazionale dei bersaglieri, la notte bianca del 22 maggio, il concerto rock di questa sera: siamo molto contenti se si guarda alle sagre della porchetta del recente passato».
Ci sono alcune partite importanti in via di definizione, come la sistemazione delle aree di risulta della stazione. Una sorta di tabù per chi ha guidato la città negli ultimi trent'anni. A che punto siamo?
«L'area di risulta è una delle ragioni per cui abbiamo chiesto a Stefano Civitarese di uscire dall'accademia e di mettersi in gioco. La procedura per l'adeguamento urbanistico dell'area è stata avviata, l'obiettivo è di andare all'approvazione della variante entro fine anno per poi procedere con la gara d'appalto. E' una sorta di eredità generazionale di Pescara che mi piacerebbe chiudere senza rincorrere i grandi e vacui sogni del passato. Il 21 settembre il progetto sarà presentato a Venezia nella sede dell'Inu, l'istituto nazionale di urbanistica».
Parliamo del futuro politico di Marco Alessandrini: è davvero esclusa la sua candidatura alle prossime politiche?
«Oggi sono impegnato a fare il sindaco e ho un mandato elettorale da rispettare. A me è sempre stato chiesto l'impegno politico, non mi sono mai auto-candidato. Così è stato nel 2009 e nel 2014, così sarà anche domani».