TERAMO No al monopolio delle Regione, sì alle gare nel trasporto pubblico locale. A raccogliere l'attacco alla Regione di Agostino Ballone, presidente di Confindustria Abruzzo e imprenditore dei trasporti, è il deputato di Alternativa popolare (Ap), Paolo Tancredi. Che, teramano come Ballone, ribatte a Camillo D'Alessandro, consigliere Pd con delega ai trasporti, che a sua volta ha accusato Ballone. Ma D'Alessandro, per Tancredi, «si sbaglia sia nei toni, inaccettabili contro un imprenditore che ha creato valore e lavoro, sia nella sostanza». «Da sempre sono un sostenitore delle gare e del mercato nei servizi pubblici e soprattutto nel trasporto pubblico locale», afferma Tancredi, «tutti sappiamo che ci sono, soprattutto in Abruzzo, zone deboli che per avere servizi efficienti hanno bisogno del sostegno pubblico, ma questo non vuol dire che la Regione debba gestire da monopolista quel servizio, andando tra l'altro in palese conflitto d'interesse». La spesa regionale per il tpl è seconda solo a quella della sanità. E per salvare l'Arpa dai debiti è nata Tua, dopo la fusione con la Sangritana. «Ma quando D'Alessandro cita i 1600 posti di lavoro salvati», continua Tancredi, «è proprio sicuro che un'apertura del mercato non avrebbe generato maggior valore con il consolidamento di aziende anche fuori dall'Abruzzo, come è riuscito a fare Ballone?». Tancredi sfida D'Alessandro a confrontare Tua con un qualsiasi vettore privato e conclude: «Un tpl efficace e moderno avrebbe generato maggiore economia ed attrazione e molti più posti di lavoro di quelli che oggi D'Alessandro crede di salvare». Ma il consigliere del Pd non resta zitto. E controreplica: «Credo che Ballone», scrive D'Alessandro, «non abbia bisogno di improbabili avvocati difensori che tra l'altro rischiano di fargli perdere la causa. Sarebbe interessante capire come mai Tancredi, nei suoi lunghi anni in consiglio regionale, non ha mai fatto le gare, per le quali oggi si dichiara da sempre sostenitore», afferma il consigliere che aggiunge: «Non ha stabilito i bacini, non ha eliminato le sovrapposizioni non ha definito i costi standard ed i servizi minimi, non ha fatto la riforma delle società di trasporto». E conclude: «In Regione, in quegli anni, le società pubbliche servivano solo per fare le nomine. Per noi le società pubbliche sono una garanzia per i servizi essenziali. Così mettiamo riparo alle non scelte del tempo di Tancredi».