L'AQUILA«Il trasporto pubblico in provincia rischia di diventare terra di conquista». La denuncia arriva dalla Cgil, che analizza le problematiche delle principali tratte del territorio, temendo che nel futuro riassetto del settore abbiano la meglio i privati. «In queste settimane», dicono il segretario della Cgil Umberto Trasatti e il segretario della Filt-Cgil Domenico Fontana, «in considerazione della previsione della possibilità di realizzare gli affidamenti in house, a patto che gli stessi avvengano entro il 30 settembre 2017, si è avviato un confronto serrato con le organizzazioni sindacali a livello regionale. Nel corso degli incontri è emersa l'intenzione della Regione di procedere con un modello che prevede di scorporare da Tua tutte le relazioni extraregionali, per affidarle ad altra azienda regionale, ossia Sangritana spa.
Noi che abbiamo creduto, dalla prima ora, nel progetto azienda unica ora facciamo fatica a condividere tale scelta. Ma la nostra contrarietà non si limita alla rinascita di una nuova partecipata che, da tempo si sarebbe dovuta liquidare. Nel progetto pare ci sia di più, se si considera l'idea di un piano di affidamento dei servizi che prevede di far sparire la contribuzione pubblica sulla tratta L'Aquila-Roma.
Non possiamo accettare che tale relazione, proprio perché non servita da nessun altra modalità di trasporto, possa essere assimilata ad altre rotte commerciali: avevamo proposto che oltre a questa, una ulteriore tratta, dalle caratteristiche assimilabili ai servizi minimi, ovvero la Sulmona-Avezzano-Roma, dovesse essere inclusa tra i servizi essenziali».
La Cgil non vuole che il pubblico esca da tali servizi: «Siamo abbastanza certi», sottolineano Trasatti e Fontana, «che la tratta L'Aquila-Roma, qualora trasformata in relazione al mercato, non avrà in futuro la stessa frequenza di servizio, nè lo stesso livello tariffario, con grave danno per i cittadini di tutte le zone interne»