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Pescara, 24/11/2024
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Data: 11/08/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Autobus come forni oltre 40 gradi sulle corse per Pescara

È caldo record sui bus. Se per strada e all'aperto sono oltre 40 i gradi percepiti a Chieti in questi giorni, spesso salire su un mezzo pubblico significa entrare in un forno, con temperature proibitive causate dalla mancanza di aria condizionata. Un caldo tale da scatenare le proteste degli utenti, che se la prendono con gli autisti (in realtà incolpevoli) oppure sfogano la loro rabbia sui social network. La conferma del disagio l'abbiamo avuta prendendo martedì e mercoledì un autobus della Tua sulla linea Chieti-Pescara. È il numero 686, partito entrambi i giorni alle 11.10 da Largo Cavallerizza, di fronte al Tribunale teatino, e diretto al terminal della stazione adriatica. Un bus in funzione da vent'anni, con i vecchi simboli dell'Arpa sulla carrozzeria arancione, e - soprattutto - senz'aria condizionata. Sembrava passato di moda, ma stavolta è quasi impossibile farne a meno: l'unico modo per provare a resistere fino a destinazione è quello di usare il ventaglio.
Una signora sulla cinquantina prova a salire sul mezzo, ma subito dopo scende: «Meglio aspettare sotto il sole e non in questa sauna - dice -. Una sauna gratis, ma non richiesta». Si parte ed è l'inizio di un viaggio lungo 50 minuti in cui la temperatura, già bollente dall'inizio, con il passare del tempo sale vertiginosamente. I finestrini sono aperti, ma da fuori entra solo aria calda. «E per fortuna - interviene un altro utente, Antonio Del Grosso, 64 anni - a quest'ora i mezzi non sono stracolmi come avvenuto in passato, altrimenti la sofferenza sarebbe doppia. C'è stata gente che, esasperata, è scesa e ha preferito continuare a piedi nonostante il biglietto timbrato. Dovrebbero rimborsarli».
VENTAGLI E ACQUA MINERALE
I passeggeri si difendono come possono: bevendo molto, poggiando bottigliette d'acqua fresca sulla fronte o sventolandosi con un giornale. Un'anziana che sale alla fermata del policlinico, Teresa Pantalone, sbotta: «Non sto bene, vengo qui all'ospedale per fare delle analisi e sono costretta a tornare a casa in un forno. E poi è anche un problema di sicurezza: non è normale far lavorare un'autista in questo inferno». Entrati a Pescara, restano liberi alcuni dei quaranta posti a sedere. Ma c'è chi preferisce restare in piedi, pur di non accomodarsi sul lato in cui picchia il sole di mezzogiorno. Lo stesso bus senza aria condizionata viene utilizzato anche per la corsa successiva da Pescara a Chieti, quella delle 12.15. Non si è trattato di casi isolati: gli stessi problemi sono stati segnalati anche la scorsa settimana.
LE RESPONSABILITA'
Situazioni analoghe sono state registrate pure sui bus della Panoramica, che si occupa dei trasporti urbani in città. Spiega Domenico Di Fabrizio, sindacalista della Fit Cisl: «Da gennaio i filobus sono fermi al capolinea. Dopo il guasto di una cabina elettrica, infatti, è nato un contenzioso tra l'azienda e la Regione e i mezzi non sono più ripartiti. Ora la cabina è stata riparata e si attendono le autorizzazioni della Asl per riprendere il servizio. Nel frattempo, però, sulla linea 1 continuano ad essere utilizzati autobus vecchi, la maggior parte dei quali senza aria condizionata, con conseguenti proteste dell'utenza, soprattutto in questi mesi estivi». E c'è chi, come Isabella Palmieri, scrive su Facebook direttamente sulla pagina del sindaco Umberto Di Primio: «È una vergogna viaggiare così. Anche perché ci sono cinque filobus inutilizzati, parcheggiati nella rimessa dall'azienda ormai da mesi». «Il 98 per cento dei nostri autobus - replica Franco Chiacchiaretta della Panoramica - è dotato di aria condizionata. Poi è normale che in estate, aprendo le porte per far salire e scendere i passeggeri, sui mezzi si alzi la temperatura».

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