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Pescara, 24/11/2024
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Data: 11/08/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'estate bollente della sanità. Ospedali al collasso. Fi, M5s e Cgil attaccano Paolucci, Il sindacato: «Favoriti i privati»

PESCARA Dai bollori registrati nelle sale d'attesa dei pronto soccorso a quelli della politica. La sanità torna a riproporsi come il più fertile terreno di scontro, soprattutto dopo l'intervista rilasciata al Messaggero dall'assessore regionale Silvio Paolucci, che indica nella mancata organizzazione delle Asl e in certe cattive abitudini dei cittadini - come quella di rivolgersi ai pronto soccorso per tutto: dai codici gialli e verdi alla diagnostica veloce per aggirare le visite ambulatoriali - le cause dei forti disagi registrati in questi giorni in alcuni ospedali. Apriti cielo. Le opposizioni colgono l'occasione per tornare all'attacco sulla grande riforma, quella dei tagli e della riorganizzazione territoriale dei servizi sanitari. Un coro a cui si aggiunge quello dei sindacati, che con il segretario dello Spi-Cgil di Pescara, Paolo Castellucci, spara a zero sulle recenti dichiarazioni del governatore Luciano D'Alfonso, accusandolo sostanzialmente, assieme alla sua maggioranza, di avere avviato una politica che punta a «disinvestire sulla sanità pubblica per trasferire risorse e attività verso le strutture private».
Per Mauro Febbo (Forza Italia) «è assurdo, oggi, scaricare le colpe sulle Asl governate da direttori scelti dallo stesso Paolucci». Secondo il presidente della commissione di Vigilanza della Regione, meglio farebbe l'assessore ad «ammettere lo stato disastroso in cui versano alcune strutture ospedaliere». Febbo ricorda che «i pronto soccorso delle maggiori città abruzzesi sono al limite del collasso organizzativo e riescono a lavorare solo grazie all'encomiabile lavoro del personale medico e infermieristico». Ecco perché, sempre a detta dell'esponente di Forza Italia, «è politicamente scorretto scaricare sulle Asl responsabilità ben precise su chiusura di ospedali, pronto soccorso, punti nascita e compartecipazione. Tutti atti - sottolinea Febbo - fortemente voluti da questo governo regionale per uscire dal commissariamento e accreditarsi a Roma, subendo passivamente il decreto Lorenzin».
LA REPLICAPungente la replica dell'assessore: «Febbo dà l'idea di chi, avendo dato cattivo esempio di amministrazione, si limita a dare buoni consigli scontati. La sanità del tempo di Febbo - incalza Paolucci - era inadempiente sui livelli essenziali di assistenza, era dentro il commissariamento. Le sue mi sembrano le solite parole di chi, per mestiere, si oppone a prescindere. Attendo ancora i riconoscimenti pubblici dopo essere stato da lui sfidato pubblicamente in consiglio sui Lea». Ma per l'assessore alla sanità c'è da fronteggiare un altro affondo che arriva dal consigliere regionale del M5S, Domenico Pettinari. Le accuse sono sostanzialmente le stesse mosse da Febbo: «Paolucci fallisce la sua riforma sanitaria, mette l'Abruzzo in ginocchio, eppure la colpa la dà agli altri». Il riferimento è ai richiami che l'assessore ha mosso nei confronti delle Asl: «Da mesi - sottolinea Pettinari - sosteniamo che il depotenziamento delle strutture delle zone interne avrebbe portato al collasso degli ospedali centrali, e così è stato. L'incapacità di analizzare i dati, attribuendo le responsabilità del fallimento alle dirigenze Asl, nominate dalla politica, e ai cittadini che si recano nei pronto soccorso è squalificante per la figura dell'assessore. Anche perché - osserva ancora l'esponente dei 5 stelle - in una domenica di agosto a chi dovrebbe rivolgersi il cittadino per risolvere un problema di salute?».
Anche qui è piuttosto caustica la replica di Paolucci: «A Pettinari rispondo che non sa neanche cosa sono i lea e che il fondo sanitario viene erogato per questo. Al di là del solito denuncismo, il suo intervento è privo di qualsiasi proposta. Del resto, per il suo movimento parlano i casi Roma e Torino». Più articolato l'affondo dello Spi-Cgil di Pescara contro la politica sanitaria della giunta D'Alfonso. In alcune tabelle vengono riassunti i dati delle quattro Asl abruzzesi, con i relativi richiami della Corte dei conti sull'andamento dei bilanci 2015. Quella di Pescara registra una perdita di esercizio di -30milioni 778.128 euro, contro una previsione di pareggio; la violazione dei tetti programmati delle prestazioni erogate dagli operatori privati; un aumento delle voci relative agli acquisti sanitari distribuiti tra pubblico e privato. La spesa privata continuerebbe a crescere, secondo la Cgil: «In particolare nelle specialistica e nella diagnostica, proprio perché non si investe nelle strutture pubbliche».

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