ROMA È difficile strutturare un'offerta migliore e, anche se è ovvio che qualcuno ci stia lavorando, Atlantia «non è pessimista» sull'esito dell'operazione per l'acquisizione della spagnola Abertis. Lo afferma in un colloquio con l'Ansa il presidente del gruppo italiano, Fabio Cerchiai, aggiungendo che per il governo di Madrid non dovrebbe esserci «nessuna preoccupazione».
«Confermiamo che Abertis resterà quotata alla Borsa di Barcellona e che avrà un ruolo fondamentale: la nostra è un'offerta amichevole, di mercato, aperta, con una buona remunerazione per gli azionisti di tutte le società coinvolte», spiega Cerchiai, delineando i dettagli dell'operazione nel caso l'offerta andasse in porto. «Crediamo non sia facile fare una proposta migliore, così come costruire una controfferta: non siamo pessimisti sull'esito della vicenda», aggiunge a margine di un incontro al Meeting di Rimini sull'impegno del gruppo nella ricostruzione post-terremoto in Centro Italia.
«Riteniamo naturale che ci sia una legittima attenzione politica» da parte del governo spagnolo «per analizzare che l'offerta non vada contro l'interesse del Paese, ma non credo vi debba essere alcuna preoccupazione. Non mi sorprendo che ci possano essere altri che stanno pensando a una controfferta: anzi, mi sarei meravigliato del contrario. Per ora sentiamo anche noi voci e ipotesi di qualcuno che starebbe studiando una controfferta, ma al momento non vediamo azioni concrete», spiega il presidente di Atlantia e di Autostrade per l'Italia.
Il riferimento è anche alle indiscrezioni che danno in calo le chance di una controfferta di Acs: Atlantia ha proposto 16,5 euro cash e una componente in carta con un concambio di 0,697 azioni per ogni titolo Abertis in adesione all'Opas, con un valore attribuito al gruppo iberico superiore ai 18 euro per azione.
LE ALTERNATIVE
Pareggiare questa offerta in contanti significherebbe disporre di oltre 18 miliardi: molti per il gruppo guidato dal presidente del Real Madrid Florentino Peres che capitalizza in Borsa circa 10 miliardi, anche perché al momento i fondi non appaiono convintissimi.
Comunque la partita è aperta: il via libera all'offerta italiana da parte della Consob spagnola, la Cnmv, è atteso nelle prossime settimane e storicamente il governo di Madrid è restio all'ingresso di società non spagnole nel controllo di gruppi infrastrutturali del Paese iberico.