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Data: 23/08/2017
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Tua: bordate di D’Alessandro a Ballone. «Pagheremo debiti, ma è finito far west»

CHIETI - "Quello che dà fastidio a Ballone è che è finito il far west, e che stiamo risanando e rilanciando una grande azienda pubblica, che qualcuno voleva svendere a prezzi di saldo ai privati".

E’ solo un delle bordate che Camillo D’Alessandro, consigliere regionale del Pd con delega ai trasporti, riserva al presidente regionale di Confindustria Agostino Ballone, patron della società di trasporti Baltour, che ad Abruzzoweb aveva accusato la Regione e alla sua società unica di trasporto Tua, di non pagare i debiti ai fornitori privati, la Baltour compresa, per decine di milioni di euro, concedendo transazioni a chi si e a chi no, e trovando però le risorse per pagare i debiti pregressi di Arpa.

Ballone ha poi lanciato strali contro la delibera approvata nel Consiglio del 2 agosto che riserva, di fatto, alla società pubblica il monopolio sull’80 per cento delle tratte, che potranno essere affidate in house, ossia direttamente, un amisira che Ballone bolla come di "socialismo reale". Pronostica infine un futuro infausto per la Tua, con troppi costi e dipendenti e "ostaggio dei sindacati", fino ad arrivare a fare un inquietante paragone, in prospettiva, con l’Atac, la società dei trasporti romana sull’orlo del crac.

Ma altrettanto dura e perentorietà è la replica di D’Alessandro, contattato da questa testata, che con Ballone si era già scontrato a distanza con post al vetriolo su facebook, e che questa volta arriva a minacciare l’uscita di Tua dalla Confindustria.

“Ballone continua a esternare come presidente della Confindustria, in palese conflitto d’interessi, essendo imprenditore del settore trasporti. E dunque gli ricordo per l’ennesima volta che Tua è una delle più grandi aziende associate alla Confindustria abruzzese, e dovrebbe essere dunque tutelata dall’organizzazione che Ballone rappresenta. Visto che accade esattamente l’opposto, ribadisco che a questo punto Tua debba uscire da Confindustria. Per molto meno altre aziende lo hanno fatto".

Se Ballone chiede con il dente avvelenato perché le transazioni sono state solo 27, per circa 13,4 milioni di euro, in buona parte ancora non incassati, con spettanze non onorate dal 2003, D’Alessandro risponde che "quella delle transazioni è storia antica, come lui stesso ammette, non certo imputabile a questi tre anni di gestione del centrosinistra. Ma siamo noi ad aver cominciato a farle, però con regole certe, non appiattendoci sui desiderata dei privati. Prima loro andavano a giudizio esibendo costi iscritti a bilancio. La Regione risultava sempre soccombente. Noi stiamo invertendo questa rotta, vogliamo arrivare alle transazioni, onorare fino all’ultimo euro i debiti fatti da altri, ma con la definizione dei costi a consuntivo. Mettendo fine al far west che c’era prima”.

E in un crescendo D’Alessandro si chiede dunque dov’era Ballone quando alla Regione c’era il centrodestra del "titolare della fabbrica di comunicati stampa" Mauro Febbo, anche lui spesso all’attacco di Tua.

"Febbo è stato assessore, ora ha invece una fabbrica di comunicati stampa. Dovrebbe spiegarci perché il suo collega assessore ai trasporti Giandonato Morra aveva più volte annunciato di aver accantonato 25 milioni di euro di tesoretto proprio per pagare i debiti con i fornitori. E poi invece non è stato usato neanche un euro”.

Ancora, D’Alessandro non si dice preoccupato dai futuri esborsi, perché si potrà, assicura il delegato ai trasporti, fare affidamento sulla Cassa depositi e prestiti.

"Il governo ci chiede di definire con esattezza il debito pendente, il quantum certo, che ci portiamo dagli anni passati, poi potremo accedere ai fondi della Cassa deposti e prestiti grazie al decreto 35".

Infine D’Alessandro difende a spada tratta la Tua, e la sua sostenibilità.

"Ballone dice che i 1600 dipendenti di Tua sono troppi. Bene, allora spieghi qual è la soluzione. Per lui non ci sono dubbi, andrebbero licenziati in buon parte. Noi al contrario sosteniamo che la soluzione di gran lunga migliore è quella di rendere efficiente e sostenibile un’azienda pubblica. E infatti abbiamo già realizzato milioni di euro di economie con la razionalizzazione della spesa, compresa quella dei cda, grazie alla fusione delle tre preesistenti società. Con la sottoscrizione del nuovo accordo di secondo livello, abbiamo realizzato economie anche sul costo del personale, grazie anche al senso di responsabilità dei sindacati che Ballone ha tanto in disprezzo. Lo abbiamo fatto in tre anni, non in trenta”.

"Quello che non va giù a Ballone - incalza dunque D'Alessandro - è la nostra scelta dell’affidamento in house dei servizi del bacino unico, che è un diritto dell’ente pubblico, e che tutela utenti, in particlare delle aree disagiate e i lavoratori. Io sono fermamente convinto che è profondamente sbagliata l’identità pubblico uguale male e privato uguale bene. Non facciamo misure da 'socialismo reale', vogliamo difendere piuttosto i soldi dei contribuenti che hanno messo nelle società dei trasporti i soldi delle loro tasse. E qualcuno quelle società voleva renderle decotte, e svenderle a prezzo di saldi ai privati”

E a proposito di libero mercato D’Alessandro riserva l’ultima stilettata a Ballone, che “fa il liberale con i soldi degli altri, e dovrebbe spiegare piuttosto come mai e da quanto ha concessioni pubbliche ottenute e prorogate per decenni senza gara, impedendo ad altri imprenditori di fare trasporto pubblico locale a Teramo”.

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