PESCARA Dopo la lite sugli assessori da mandare via, lo scontro sulle deleghe. Come una telenovela brasiliana, il rimpasto in giunta non finisce più. Ora, l'ostacolo sono i settori che i due futuri assessori, Gianni Teodoro e Simona Di Carlo, dovranno guidare quando riceveranno le nomine ufficiali. Ma quelle nomine, almeno fino a ieri sera, erano ancora congelate. Fonti bene informate raccontano di forti divergenze tra il sindaco Marco Alessandrini e Gianni Teodoro sulle deleghe. E non è finita qui, perché adesso è scoppiato il caso dei Liberali, che pretendono anche loro un assessorato. Insomma, i grattacapi per il sindaco non sono terminati con la scelta di far uscire l'assessore Stefano Civitarese, e non dunque Giuliano Diodati, per far posto a Teodoro. Una scelta che, tra l'altro, ha scatenato una valanga di polemiche e critiche, giunte persino dall'Istituto nazionale di urbanistica. L'altra sostituzione è quella dell'assessore Laura Di Pietro con la consigliera Pd Simona Di Carlo. Alessandrini, però, tira dritto, anche se adesso rischia di inciampare sull'ostacolo delle deleghe. Teodoro avrebbe presentato al sindaco la richiesta di un nutrito pacchetto di deleghe pesanti. Inizialmente si era parlato di Lavori pubblici, ora affidati al vice sindaco Antonio Blasioli, ma poi la richiesta sarebbe stata cancellata. Invece, Teodoro non intende rinunciare all'Igiene urbana, assegnata a Paola Marchegiani; alle Politiche sociali, in mano ad Antonella Allegrino; alla Polizia urbana, gestita ad interim dal sindaco; al Verde, ai Cimiteri e poi al Patrimonio, cioè la stessa delega che era stata affidata a sua figlia Veronica, rimasta in giunta fino all'ottobre 2016 e poi estromessa da Alessandrini, insieme ad Adelchi Sulpizio, dei Liberali e Sandra Santavenere, del Pd per far entrare tre tecnici, Stefano Civitarese, Loredana Scotolati e Antonella Allegrino. In proposito, ieri sera Teodoro avrebbe incontrato di nuovo sindaco e vertici Pd per definire alcune questioni. Ma non sarebbe andato bene.Ora attende un passaggio anche con D'Alfonso. Il sindaco avrebbe accolto solo in parte le richieste. La situazione è in stallo e, in ambienti dell'opposizione, c'è chi ipotizza addirittura che possa saltare tutto il rimpasto. Un'altra incognita è quella del consigliere della Lista Teodoro Massimiliano Pignoli, per cui non si esclude la sua uscita dalla maggioranza. Se ciò dovesse accadere, Teodoro si troverebbe una lista civica con un solo componente, il fratello Piernicola. Come se non bastasse, ieri si è fatto avanti anche il capogruppo dei Liberali Giuseppe Bruno. «Ad ottobre dell'anno scorso», ha affermato, «ci hanno tolto l'assessore Sulpizio per far entrare Civitarese con la scusa di voler rilanciare l'attività amministrativa. Se ora tolgono Civitarese, quel posto deve essere riassegnato alla nostra lista dei Liberali che vanta due consiglieri. In caso contrario, guarderemo gli alleati in modo diverso e quando non ci convincerà qualche delibera, voteremo contro. Dopodiché, decideremo con chi allearci alle prossime elezioni».
«Sindaco, che pasticcio Ora ti devi dimettere» Il centrodestra attacca: l'amministrazione nel caos
PESCARA Il centrodestra è tornato a chiedere le dimissione del sindaco. «Un anno fa», hanno detto ieri in una conferenza stampa i consiglieri di Forza Italia Marcello Antonelli, della lista Pescara in Testa Guerino Testa e Alfredo Cremonese, di Pescara futura Carlo Masci, «il sindaco Alessandrini aveva annunciato l'ingresso in giunta del professor Civitarese come l'inizio della Fase 2, con l'arrivo di un professionista che avrebbe dovuto rilanciare l'azione amministrativa. E invece, dieci mesi dopo, dinanzi alla politica che ha fatto la voce grossa, lo stesso sindaco gli ha dato il benservito mettendolo alla porta». «Con questo ennesimo valzer di poltrone», ha aggiunto Antonelli, «riteniamo che Alessandrini abbia perso anche quell'ultimo 0,1 per cento di credibilità. Deve dimettersi, meglio affidare Pescara nelle mani di un commissario che dovrà poi traghettarci verso le elezioni della primavera 2018». «Sull'aver cacciato Civitarese dalla giunta», ha osservato l'esponente di Forza Italia, «c'è una lettura politica, ovvero l'assessore ha pagato il suo no a D'Alfonso sulla vicenda di Pescaraporto e la sua uscita fa gongolare quella parte del Pd che voleva favorire il cambio di destinazione d'uso per la realizzazione dei palazzoni sul mare». «Tutti ricordiamo», ha fatto notare Testa, «cosa fu scritto in occasione del cambio di giunta nell'ottobre 2016, un cambio voluto per raggiungere obiettivi importanti, l'inizio del secondo tempo per rilanciare la città e Civitarese doveva essere il Maradona dell'amministrazione, colui che poteva risolvere i problemi importanti. E in effetti a lui esprimiamo la nostra stima e l'apprezzamento per aver riaperto il discorso sulla filovia, aveva dimostrato che c'era una progettualità sull'urbanistica pur nella differenza delle idee, sulle aree di risulta, sulla mobilità. Ora Alessandrini ha invece ingranato la retromarcia». «Alessandrini ha dimostrato per l'ennesima volta la sua incapacità politica», ha sottolineato Cremonese. «La débacle del sindaco», ha concluso Masci, «è il fallimento del governatore D'Alfonso: un anno fa lo stesso D'Alfonso ha imposto al suo pupillo un cambio di rotta per dare dignità alla peggiore giunta comunale che potesse esserci».