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Pescara, 24/11/2024
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Data: 23/08/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Teodoro, intesa lontana sulle deleghe. Alla fine Alessandrini ha sacrificato in giunta l'uomo al quale teneva di più e sul quale aveva puntato tutto per rivoluzionare Pescara tra mobilità, università, nuovo stadio e area di risulta. «Il prof paga il suo no a Pescaraporto»

Dentro Gianni Teodoro, salvato e confermato Giuliano Diodati, escluso Stefano Civitarese Matteucci. Alla fine Alessandrini ha sacrificato in giunta l'uomo al quale teneva di più e sul quale aveva puntato tutto per rivoluzionare Pescara tra mobilità, università, nuovo stadio e area di risulta. Ma Civitarese era anche l'uomo meno protetto sul piano politico e la politica, si sa, ha le sue regole: quelle che Teodoro ha saputo finora far valere. Civitarese esce adesso per le stesse ragioni per cui erano stati costretti ieri a fare le valigie Santavenere e Sulpizio e oggi, con lui, Laura Di Pietro per far posto a Simona Di Carlo. Nel circolo dei tesserati non sono ammessi estranei, se non come ospiti a tempo. Tutto sta a vedere se il tempo per Civitarese sia davvero scaduto o se ci sia una possibilità di ripescaggio sotto altre forme. Pare tramontata sul nascere l'ipotesi di una staffetta con Diodati: «Le mie condizioni sono di lavorare fino a fine mandato. Aspetto comunicazioni definitive e ufficiali» ha ribadito Civitarese, indisponibile, così come Diodati, a compromessi pasticciati.
LE DOMANDE
Due le domande che in tanti si pongono in queste ore a Palazzo di città, nella maggioranza e nell'opposizione. La prima: la restituzione del posto in giunta a Gianni Teodoro che oggi consente di ricucire lo strappo con l'omonima lista basterà domani ad assicurarsi l'appoggio dell'alleato per le prossime sfide elettorali? La risposta è no. Perché sono altre le variabili che determinano le unioni future, a cominciare dal confronto già aperto sulle candidature alla Regione, e perché Teodoro non è tipo da saltare o restare su una sella se fiuta un cavallo perdente. La seconda: c'è il rischio che alla fine l'intesa con l'alleato possa clamorosamente saltare? Qui tutto dipende dalle deleghe che il sindaco sarà disposto ad assegnargli. Teodoro ne ha chieste una sfilza, quasi a volersi sentir dire di no: polizia municipale, patrimonio, politiche sociali (sarebbe subito scontro con la delegata Allegrino), verde pubblico, associazionismo, igiene ambientale (Attiva) e cimiteri. E non è finita qui perché Pignoli ha subordinato la sua obbedienza a un'istanza ancora in attesa di risposta. Il confronto di ieri tra il sindaco Alessandrini, Piernicola Teodoro e Pignoli, presenti Presutti e Di Pietrantonio, non ha chiuso la trattativa che peraltro dovrebbe concludersi con una ratifica davanti al governatore Luciano D'Alfonso. Prolungare il braccio di ferro significa accrescere il rischio di impasse con un effetto dirompente per la città, il centrosinistra e il sindaco stesso dopo l'esonero di Civitarese.
PD LACERATO
In ultimo resta da vedere quali saranno gli strascichi sul piano politico che questo soffertissimo rimpasto avrà in un Pd lacerato dal conflitto tra correnti. L'azione di Di Matteo in difesa di Giuliano Diodati ha evidenziato le gravi ripercussioni che l'esonero dell'assessore allo sport, ancor più che in Comune e in Regione, avrebbe determinato in Provincia mettendo il presidente Di Marco in grave difficoltà senza più l'appoggio di Palozzo e Catani. Ha sorpreso anche l'aperto sostegno dato dall'onorevole Pd Castricone a Teodoro per i voti assicurati da quest'ultimo alla mozione di Emiliano alle primarie. E fa molto discutere, infine, il modo in cui la segreteria Pd - cittadina e regionale - ha gestito la delicata situazione, al punto da considerare superata l'indicazione data dal gruppo consiliare secondo cui sarebbe dovuto uscire Diodati. Motivo per cui si profila un autunno caldo in vista dei congressi del partito.

«Il prof paga il suo no a Pescaraporto»

Il centrodestra sfrutta il pasticcio del rimpasto di giunta per chiede- re una volta di più le dimissioni del sindaco Alessandrini per il quale, fanno capire, la rinuncia all’assessore Civitarese rappresenta un fallimento personale pr ma che politico. «Un anno fa Alessandrini aveva annunciato l’ingresso in giunta del professor Civitarese come l’inizio della Fase 2, con l’arrivo di un professioni- sta che avrebbe dovuto rilanciare l’azione amministrativa. E invece, dieci mesi dopo, dinanzi alla politica che ha fatto la voce gros- sa, lo stesso sindaco gli ha dato il benservito mettendolo alla porta - hanno dichiarato ieri Marcello Antonelli, Guerino testa, carlo Masci e Alfredo Cremonese in conferenza stampa -. Con questo ennesimo valzer di poltrone riteniamo che Alessandrini abbia perso anche quell’ultimo 0,1 per cento di credibilità: deve dimettersi, meglio affidare Pescara nelle mani di un Commissario». Secondo gli esponenti dell’opposizione, la spiegazione politica dell’esonero del professore sarebbe legata «al suo no a D’Alfonso sulla vicenda di Pescaraporto» cosicché oggi «la sua uscita fa gongolare quella parte del Pd che v leva favorire il cambio di destinazione d’uso dell’area per la realizzazione dei palazzoni sul mare». «Per giorni abbiamo preferito non esprimere giudizi aspettando che la telenovela di Alessandrini sulle modifiche della giunta per il ritorno di un rappresenta te del gruppo Teodoro giungesse a un epilogo, e siamo rimasti in silenzio solo per senso di responsabilità, per non caricare ulteriormente la città dopo il disastro che stiamo vivendo - ha detto il capo- gruppo forzista Antonelli -. A set- tembre 2016 il sindaco Alessandrini aveva annunciato la partenza della Fase 2 del suo governo amministrativo, nella quale il primo attore doveva essere proprio l’assessore Civitarese per rilancia- re l’azione sui temi dell’urbanistica e delle infrastrutture pubbli- che. E tutti abbiamo ritenuto che Civitarese fosse la persona deputata a traghettare l’amministra- zione verso qualche risultato concreto dopo due anni di deserto. Poi tutti abbiamo vissuto le vicende nate dall’estromissione di Veronica Teodoro dall’esecutivo, l’ostruzionismo del gruppo Teo- doro in Consiglio comunale e, di conseguenza, la città bloccata» «A Civitarese - conclude Antonelli - riconosciamo l’onestà intellettuale, anche se su certi temi saremmo arrivati allo scontro, come sul Decreto sviluppo o sulle aree di risulta, ma almeno ha avuto il merito di aver portato all’attenzione degli organi consiliari le questioni su cui il consiglio comunale dovrà esprimersi. Mi aspetto infine che qualcuno apra al più presto un file sull’attività di Dezio nei tavoli politici»

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