PESCARA I boschi del Morrone continuano a bruciare. E a Sulmona, arriva l'esercito per dare man forte a Vigili del fuoco e volontari, mentre il Parco nazionale della Majella revoca tutti i nulla osta ai comuni che hanno in programma fuochi pirotecnici per le festività patronali. Il presidente della Regione Luciano D'Alfonso si è precipitato ieri a Sulmona per presiedere una riunione del Comitato operativo comunale alla quale hanno partecipato il capo dipartimento dei vigili del fuoco, il prefetto Bruno Frattasi, e il procuratore capo di Sulmona, Giuseppe Bellelli, che segue l'inchiesta sui roghi, l'assessore regionale Andrea Gerosolimo, i sindaci di Sulmona, Pacentro, Sant'Eufemia a Maiella. Dal vertice è emerso che sarà il prefetto dell'Aquila, Giuseppe Linardi, a coordinare gli interventi straordinari interforze tra vigili del fuoco, esercito, carabinieri forestali, polizia, protezione civile e volontari, insieme ai direttori delle operazioni di spegnimento. «Ci sono 900 ettari di territorio boschivo presi di mira da mani scellerate che sembra abbiano progettato i luoghi dove accendere, concependoli irraggiungibili» ha commentato D'Alfonso. Coda d'estate rovente dunque in Abruzzo (altri servizi in cronaca dell'Aquila). E sale il rimpianto e la protesta per la scomparsa del Corpo Forestale dello Stato abolito dal 1° gennaio dalla riforma Madia, e confluito in gran parte nei Carabinieri (la riforma è ora in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale investita da un'ordinanza del Tar di Pescara).Il segretario regionale della Cgil Sandro Del Fattore lo ritiene una «scelta sbagliata che la Cgil ha combattuto e che in questi mesi ha mostrato drammaticamente i suoi limiti. Per quanto ci riguarda, crediamo che sia arrivato il momento rimettere in campo la Forestale, con le sue competenze e capacità». Una posizione che trova d'accordo un arco trasversale di forze politiche. Il Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Carmine Ranieri imputa alla Regione di «non aver mosso un dito per difendere il Corpo Forestale» e di non essere stata in grado «di trovare soluzioni alternative, quando quest'ultimo è stato soppresso, ben sapendo quali e quante fossero le criticità nella gestione degli incendi». Per Fabio Lauri, segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp, «dopo soli otto mesi dalla disgregazione del Corpo Forestale dello Stato, il bilancio parziale degli incendi che quest'anno hanno devastato la nostra regione, ex polmone verde, è davvero drammatico». Il deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano annuncia per la riapertura dei lavori della Camera la presentazione di una un'interrogazione «per sapere perché i mezzi che un tempo erano a disposizione del Corpo Forestale dello Stato, per fronteggiare questa emergenza, oggi risultino fermi. La legge Madia», continua Di Stefano, «con gli ex forestali privati di compiti attivi, è stata un'altra delle iatture con cui un centro sinistra incompetente, con la promessa sbandierata di ammodernare lo Stato, di fatto ha invece disarticolato e smontato quelle parti che erano fondamentali per la loro funzione». Intanto dal fronte del fuoco il sindaco di Pratola Peligna Antonella Di Nino chiede in una lettera al presidente della Regione un coordinamento dei sindaci «che possano rendersi valido supporto ben conoscendo l'orografia del proprio territorio ed autorizzare eventualmente i volontari ad intervenire da terra». Chiede un consiglio comunale straordinario il consigliere di minoranza al Comune di Sulmona, Elisabetta Bianchi.