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Pescara, 24/07/2024
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Data: 25/08/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Teodoro neo assessore. Sconfitto Di Matteo. Chi vince e chi perde nella lunga sfida per le poltrone all'interno del Comune. Alessandrini: «Così si ricompongono gli equilibri». Ma è resa dei conti nel Pd. L'ira di Diodati l'escluso «Anche il Pd mi ha tradito»

PESCARA L'attesa è andata avanti fino a sera, quando Gianni Teodoro e Simona Di Carlo si sono presentati in Comune per firmare l'accettazione delle nomine ad assessori. Si chiude così la lunga telenovela sul rimpasto in giunta, andata avanti per più di un mese. Ma gli effetti non si sono ancora conclusi. Ora parte la resa dei conti nel Pd, con i dimatteiani che potrebbero mettere in atto la minaccia, già avanzata la settimana scorsa, di uscire dalle maggioranze di Regione, Provincia e Comune di Pescara. Se ne saprà di più oggi. La componente che fa capo a Donato Di Matteo e che vede in prima fila Giuliano Diodati, l'assessore escluso dalla giunta per far posto a Teodoro, ha convocato una conferenza stampa con tutto il gruppo, alle 12, alla Regione.Del resto, il grande sconfitto di questo rimpasto è proprio l'assessore regionale Donato Di Matteo. Le sue minacce, rivolte a Luciano D'Alfonso, nella sua interminabile battaglia contro il presidente della Regione, al sindaco Marco Alessandrini e all'intero Pd, che sembravano aver avuto inizialmente effetto, si sono rivelate inefficaci. Alessandrini e il Partito democratico, dopo aver graziato in un primo momento Diodati orientando la scelta su Stefano Civitarese, ci hanno ripensato facendo uscire l'assessore al bilancio. Invece, il vero vincitore di questa operazione è Gianni Teodoro. Dopo l'estromissione dalla giunta di sua figlia Veronica, ha tessuto una trama machiavellica mettendo alle corde con la sua lista civica, composta dal fratello Piernicola, capogruppo e da Massimiliano Pignoli, consigliere, l'intera maggioranza. Al punto che Alessandrini e il Pd sono stati costretti a riaprire un dialogo e ad inchinarsi all'alleato scomodo per potersi garantire una coalizione solida in consiglio e, forse, per poter gettare le basi di una nuova alleanza, con una lista civica che vanta migliaia di voti, in vista delle elezioni regionali e comunali del 2019. E l'ulteriore dimostrazione della sua forza arriva dall'assegnazione delle deleghe. Teodoro ha fatto il pieno ed è riuscito a strappare all'assessore Antonella Allegrino anche una delega pesante come quella della gestione delle case popolari e la relativa manutenzione. Le altre deleghe sono polizia municipale, detenuta sinora dal sindaco, protezione civile ceduta da Antonio Blasioli, tutela del mondo animale, demanio, associazionismo, politiche comunitarie, contenzioso e patrimonio, delega quest'ultima assegnata alla figlia quando era assessore. Poche, invece, le deleghe alla Di Carlo entrata al posto di Laura Di Pietro. Quelle di un certo rilievo sono ambiente e anagrafe.Alessandrini tira, almeno per ora tira un sospiro di sollievo. «Attraverso questa nuova composizione della giunta», ha commentato, «si ricompongono gli equilibri della coalizione che nel 2014 ci hanno portato alla guida della città».


L'ira di Diodati l'escluso «Anche il Pd mi ha tradito». L'ex assessore si sfoga sulla sua pagina Facebook e preannuncia altre iniziative «La città nelle mani di un sindaco e una classe dirigente che brancolano nel buio». L'ira di Diodati l'escluso «Anche il Pd mi ha tradito»

PESCARA Giuliano Diodati, anche ieri, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. L'ex assessore al bilancio, defenestrato dal sindaco per far posto a Gianni Teodoro, però ha preannunciato una conferenza stampa di fuoco, che dovrebbe essere convocata oggi, in cui dovrebbe annunciare qualche iniziativa. Ma già una prima anticipazione di ciò che dirà oggi è apparsa sul suo profilo Facebook nella tarda notte di mercoledì scorso, il giorno in cui è venuto a sapere dell'ennesimo dietrofront di Alessandrini e che era stato scelto di nuovo come capro espiatorio, cioè l'assessore da sacrificare. Ed ecco il suo sfogo su Facebook, dove non risparmia critiche al sindaco e al suo partito, il Pd, che ha gestito l'intera operazione di rimpasto in giunta. Tanti i commenti di solidarietà comparsi sul suo profilo.«Il mio percorso in Comune», si legge, «si è concluso oggi (mercoledì, ndr) nel peggiore dei modi. L'epilogo al termine dell'ennesimo incontro con il sindaco Alessandrini e con un partito malato di una schizofrenia ormai sotto gli occhi di tutti». «In questi anni», scrive l'ex assessore, «dopo essere stato eletto dal popolo, ho cercato di amministrare con serietà, dedizione, passione per Pescara, ascoltando tutti i cittadini senza mai risparmiarmi». «Credo», fa presente, «di aver dimostrato capacità di governo con obiettivi chiari, azioni mirate e numeri per spiegare concretamente i risultati ottenuti. Un politico deve rendere conto dei risultati delle sue azioni. Noi stiamo assistendo ad un esempio di abdicazione della politica, in cui si sta confondendo il ruolo del tecnico con quello politico. L'organo collegiale di governo, cioè la giunta, secondo la logica e il principio di democrazia, deve essere formata con persone elette dal popolo. Ma per il Pd non conta essere stati eletti, né contano serietà, lavoro e concretezza dei risultati, a questo partito non interessa la parola democrazia, cioè governo voluto dal popolo».«Questo», prosegue, «è un partito di forte contraddizione, che sta guidando una grossa macchina con migliaia di passeggeri che oggi, più che mai, hanno assoluta necessità di sentire che il volante è saldamente nelle mani di qualcuno che sa quello che fa. Questa città è, purtroppo, nelle mani di un sindaco e di una classe dirigente che ben poco riconoscono al popolo e che brancolano nel buio». «La stessa dirigenza che mi ha buttato fuori indegnamente, dando uno schiaffo a tutti coloro che in questi due anni e mezzo hanno condiviso e avviato insieme a me progetti utili alla città». «In questo momento», conclude, «si alternano sentimenti di amarezza e rabbia; dopo i giorni dell'illusione e delle polemiche speravo di poter proseguire il mio lavoro. Lavoro oggi interrotto bruscamente contro gli interessi di Pescara. Questa decisione avrà sicuramente delle conseguenze e non lascerà indifferenti coloro che con me hanno cercato di portare avanti gli ideali di democrazia e di rispetto dei cittadini». Solidarietà all'ex assessore è stata espressa su Facebook anche dalla consigliera Tiziana Di Giampietro che, insieme a Diodati, fa parte del gruppo dei dimatteiani: «Sono convinta che il guadagno di una piccola percentuale di voti sarà vanificata da una grossa percentuale di cittadini, che non approvano questo ennesimo e immotivato avvicendarsi nella giunta».

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