PESCARA È il tempo della resa dei conti, all'interno del Pd pescarese, dopo il siluramento dell'ormai ex assessore al bilancio e allo sport. Giuliano Diodati, ieri mattina, ha sparato bordate contro coloro che ritiene responsabili del suo defenestramento. Si è detto «amareggiato e deluso» per il comportamento del sindaco Marco Alessandrini e del suo stesso partito «malato di schizofrenia. Io credo che il sindaco continui a sbagliare, e credo che qualcuno debba farglielo capire, a lui e ai suoi consiglieri privilegiati. Mi riferisco prevalentemente al capogruppo Presutti, che ritengo essere uno dei responsabili di questa situazione perché non è stato in grado di gestire il gruppo consiliare, così come il segretario comunale del partito, Moreno Di Pietrantonio, che credo abbia condotto in maniera assolutamente dilettantesca questa faccenda». All'indomani di quello che considera «l'epilogo del triste teatrino ferragostano che l'amministrazione comunale ha portato avanti con la complicità del Partito democratico», Diodati ha ripercorso la lunga e tormentata telenovela che per settimane ha tenuto ostaggio la politica cittadina fino a decretare la sua estromissione dall'esecutivo. Quello che avrebbe dovuto essere un rimpasto lampo, a cavallo della pausa estiva, per permettere la riconciliazione con la lista Teodoro, si è trasformato per il centrosinistra in un rompicapo difficile da risolvere tra i delicati equilibri interni da mantenere e le diverse anime della maggioranza da accontentare. «Il primo responsabile è il sindaco», dice senza mezzi termini Diodati, scegliendo una conferenza stampa al terzo piano del palazzo della Regione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, «è lui che ha composto il primo esecutivo e ha commesso l'errore di non riconoscere a Teodoro un assessore uomo in giunta come invece ha fatto con Sel. Poi, dopo due anni, una volta digerita la nomina della giovane Veronica, con un suo colpo di testa ha deciso di mandarla via. Infine, adesso, con le nuove nomine ha finito di indebolire la sua maggioranza». «Ma una grossa fetta di responsabilità», incalza ancora Diodati, «spetta a Marco Presutti, capogruppo, spero ancora per poco, del Pd. In questa situazione si è dimostrato inadeguato e un grande dilettante della politica. Quello che mi aspetto è il riconoscimento degli errori commessi e le sue dimissioni». Infine, altre due stoccate vengono scagliate all'indirizzo del deputato Antonio Castricone «che si è speso per sostenere le ragioni di una lista civica (i Teodoro, ndc) e non di un membro del partito che rappresenta» e del segretario cittadino del Pd Moreno Di Pietrantonio, «amico di Cuzzi e interessato a far entrare Simona Di Carlo in giunta». Ad ascoltare il suo discorso fiume anche i consiglieri comunali Tiziana Di Giampietro e Adamo Scurti, mentre era assente per motivi di salute Lola Berardi, terza rappresentante indicata in quota Di Matteo. In sala anche Sandra Santavenere, ex assessore del Pd silurata da Alessandrini circa un anno fa, e alcuni rappresentanti del mondo dell'associazionismo sportivo.«Resteremo in maggioranza», evidenziano Scurti e Di Giampietro, «ma siamo persone di altra natura, stile e formazione: non faremo ostruzionismo in aula, ma valuteremo di volta in volta se votare o no le delibere e se garantire o no la nostra presenza, sempre nell'interesse della popolazione».