PERUGIA Più dello sciopero pesarono i ritardi. E sui binari dell'ex Fcu è stato un altro giorno da bollino nero con treni che hanno preso fino a 40-50 minuti per le pessime condizioni della tratta Ponte San Giovanni-Terni . «Viaggiamo a 30 chilometri l'ora in punti dove una volta si andata a velocità doppia con i carri del carbone», chiosa un macchinista. Nella sostanza irrilevanti i disagi provocati dall'astensione dei lavoratori di UM proclamata da Filt Cgil, Fit Cisl Uil Trasporti, Faisa Cisal contro «le problematiche relative alla mancanza di manutenzioni ordinarie e straordinarie della linea ferroviaria gestita dalla società con relative conseguenze per il personale e la mancanza di un piano strategico di riorganizzazione di Umbria Tpl e Mobilità spa».
Se doveva essere un segnale, è arrivato debole e probabilmente tardivo di fronte al puzzle dalle tonalità decisamente fosche che si va componendo in questa fase. Intanto, l'altra sera il pullman delle 18,44 da Città di Castello, destinazione Umbertide, si è messo a fare le bizze. Il torpedone di riserva è partito dopo un'ora e passa d'attesa, scandita da momenti di fortissima tensione. Può capitare che un motore vada in panne. Ma quando, nello stesso pomeriggio, l'autobus successivo, l'ultimo a disposizione per risalire l'Altotevere, accusa poco meno di 60 minuti, i nervi di un'utenza già esasperata saltano. Mentre rimbalzano voci insistenti (mai smentite da alcuno) sul futuro immediato della Sansepolcro-Terni. Una di queste vuole che sarebbero in svolgimento incontri serrati fra i soggetti in qualche modo coinvolti nella gestione. Dalla Regione, che dell'infrastruttura e del materiale è proprietaria, fino a Umbria Mobilità e BusItalia, finite in ordine sparso in un vicolo cieco. Ed allora l'unica via d'uscita, scomoda e impopolare quanto ineluttabile, sarebbero oggi la chiusura dell'intera linea e il trasporto sostitutivo affidato agli autobus. Con quali macchine e con quali autisti? Nell'ambiente si parla insistentemente di venerdì 1 settembre, ma dando per buone le indiscrezioni sul prolungamento fino a sabato 9 settembre dell'orario in vigore, potrebbe essere domenica 10 il «d day» che cambierà la vita dei pendolari e di quanti ricorreranno al mezzo pubblico per gli spostamenti extraurbani. Trema il personale viaggiante, da collocare altrove nell'ipotesi di un fermo dei treni. Un momento di grande concitazione ed incertezza. Dunque, delicatissimo. Comunque, il sito di BusItalia lancia la campagna per gli abbonamenti scolastici, dichiarandola aperta da ieri. Nessun accenno a come verrà assicurato il servizio. In parole povere, si chiede alle famiglie di sottoscrivere una cambiale in bianco, ai responsabili degli sportelli sul territorio di fornire informazioni su un futuro che più nebuloso non si può. Non bastassero la confusione ed il disorientamento già provocati alla clientela. Ma si può?