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Data: 26/08/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, il piano anti-crac: commissario per il debito e stretta sull'assenteismo

Con la benedizione dei vertici nazionali del M5S - ieri Luigi Di Maio ha confermato il via libera all'operazione - il Campidoglio a trazione pentastellata è pronto a traghettare Atac verso una procedura fallimentare. Il percorso ormai è tracciato: la più grande partecipata dei trasporti d'Italia verrà sottoposta a un concordato in bianco. Il risanamento passerà da un piano di efficientamento monitorato e applicato da un commissario del tribunale, che tra i compiti avrà anche quello di calare la mannaia su un tasso di assenteismo record che supera il 12%, ferie escluse.
LA RELAZIONE
I dettagli del piano salva-Atac sono stati discussi ieri in un lungo vertice tra il presidente e diggì dell'azienda comunale, Paolo Simioni, con il neo-assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti. Riunione aggiornata a lunedì prossimo, alle 15, quando Simioni consegnerà alla giunta di Virginia Raggi la relazione elaborata da Carlo Felice Giampaolino, il super-consulente che ha studiato i conti della municipalizzata per elaborare la strategia di rilancio. Alla fine, nonostante pezzi della maggioranza grillina considerassero questa l'opzione più rischiosa, il Campidoglio sembra deciso a virare sulla strada del concordato in bianco. Il motivo? È la soluzione più rapida e Atac, con un debito di 1,4 miliardi di euro e decine di decreti ingiuntivi, di tempo non ne ha più.
PRODUTTIVITÀ DA AUMENTARE
Già martedì dovrebbe essere votato in Cda il concordato, che poi passerà all'esame della giunta comunale. La richiesta al Tribunale fallimentare dovrebbe essere depositata entro i primi di settembre. A quel punto scatteranno i 120 giorni entro cui i giudici dovranno valutare la domanda dell'azienda dei trasporti. È in questo periodo che verrà elaborato il piano di rilancio. Per metterlo nero su bianco il Comune si avvarrà di un advisor industriale, un gruppo di consulenti esterni.
Tra le direttive che verranno impartite da Palazzo Senatorio per aumentare la produttività dell'azienda, c'è la lotta all'assenteismo che ha raggiunto livelli record. A leggere gli ultimi report trimestrali, ogni giorno non si presenta in servizio il 12,1 per cento del personale. Quasi il doppio rispetto all'omologa partecipata di Milano, la Atm, dove il tasso di assenze invece è del 6,8 per cento. Considerando che Atac ha quasi 12mila dipendenti, significa che quasi 1.400 lavoratori disertano i turni. Di questi, 750 sono autisti o macchinisti, oltre la metà dei quali non timbra il cartellino lamentando «problemi di salute». Una delle percentuali più alte è proprio quella dei conducenti della metro (12,5 per cento di assenze), con le malattie che pesano per il 5,5 per cento e i permessi legati alla legge 104 per il 2,5 per cento.
CONGEDI FACILI
La stretta anti-assenteisti, che in Campidoglio considerano fondamentale per risanare Atac, rispetto agli annunci (sempre disattesi) del passato stavolta sarà vagliata direttamente dal commissario, che ha i poteri del giudice e quindi, per sanzionare finti malati e furbetti con i congedi facili, potrà avvalersi anche delle forze di polizia.
Il futuro dell'azienda intanto continua ad animare il dibattito politico. Per Di Maio «il concordato preventivo è una parola complicata per dire: questa azienda è piena di debiti e ha serie difficoltà, mandiamola davanti a un giudice e ci mettiamo d'accordo per risanarla, per eliminare quello che non serve e per pagare i creditori. La stessa cosa l'abbiamo fatta a Livorno due anni fa». Le opposizioni nel frattempo continuano a chiedere un Consiglio comunale straordinario sulla municipalizzata in crisi. Per Fratelli d'Italia, «il sindaco deve venire in Aula e chiarire quale sarà il futuro dell'azienda e dei lavoratori».

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