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Data: 27/08/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Simioni e l'indagine dell'Anac imbarazzo M5S, Raggi lo blinda

Serrare le fila. La contromossa del M5S all'inchiesta conoscitiva dell'Anac sulla nomina di Paolo Simioni all'Atac (dove è presidente, amministratore delegato e direttore generale) sarà una bella riunione di maggioranza in programma domani sera. Un modo per «capire» se è stato fatto tutto in regola ovvero se sia possibile ricoprire il ruolo di controllato e controllore in una partecipata. Su questo ci sono pareri abbastanza discordanti.
Dal Comune trapela «tranquillità» e sarebbe già pronto un parere legale dell'Avvocatura da presentare al presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone. A nessuno, in casa grillina, sfugge però che l'acronimo Anac sia foriero di brutti ricordi, soprattutto quando si parla di nomine. E soprattutto questo ennesimo caso rischia di minare un percorso complicato come quello del concordato di Atac, dado ormai tratto. Ecco perché i grillini più prudenti sono pronti già a mettere le mani avanti. «L'Anac potrà al massimo darci una prescrizione e in quel caso siamo pronti ad adeguarci». Ovvero l'Anticorruzione potrebbe in qualche modo «consigliare» a Simioni di scegliere tra il ruolo di ad (e presidente) e quello di direttore generale. «Se sarà così, prenderemo la decisione migliore», è il ragionamento dei consiglieri legali di Virginia Raggi tutti concordi su un fatto: Simioni, manager di fiducia dell'assessore Massimo Colomban da 240mila euro all'anno, è una pedina intoccabile in questo momento.
LA LINEA
La prima a sostenerlo è proprio la sindaca. Intenzionata a usare «il metodo stadio» anche per Atac. Ovvero: «Me ne occuperò direttamente». La grillina ha già buttato giù una squadra che si occuperà della vicenda sotto tutti i punti di vista. Simioni sarà il braccio operativo, l'assessore ai Trasporti Linda Meleo si occuperà della gestione dei servizi cittadini, il neo assessore Gianni Lemmetti, già esperto di concordati preventivi per via di quello portato avanti nella giunta di Livorno, sarà il responsabile della parte finanziaria. Quella più politica invece sarà in capo a Enrico Stefano, l'assessore ai Trasporti ombra nonché veterano grillino. Il compito più complicato spetterà ad Antonio De Santis: il delegato al Personale, dopo aver chiuso la partita del salario accessorio, dovrà occuparsi di gestire i rapporti con i sindacati, che sono pronti a dare battaglia e minacciano di paralizzare la Capitale. «La squadra Atac», come la chiama Raggi, è anche una risposta ad Andrea Mazzillo, l'assessore al Bilancio che si era messo di traverso davanti all'ipotesi del concordato. La grillina nelle sue riunioni ieri è stata tagliente: «Finalmente abbiamo una squadra che non ha paura di fare tutto quello che serve», è il Raggi-pensiero. Non solo: «Non dobbiamo avere paura». Ovvero: la pentastellata ha messo in conto le proteste dei sindacati e le possibili ritorsioni sul servizio pubblico. «Ma noi siamo stati votati per realizzare il nostro programma: Atac deve rimanere pubblica, molti lavoratori sono con noi. Ormai andiamo dritti spediti», assicura la sindaca. Intanto, giusto per iniziare a riscaldarsi, prima c'è lo scoglio dell'Anac.

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