Gentile direttore, il Trasporto pubblico in Abruzzo segna il passo, o per meglio dire ha il fiato corto. Con la nascita di Tua Spa si sperava nel potenziamento e nel rilancio di un servizio pubblico strategico per lo sviluppo del territorio regionale. A due anni dalla fusione delle tre aziende di trasporto pubblico a capitale regionale, Arpa, GTM e Sangritana, quella riforma di struttura, così indispensabile per un riequilibrio non più rinviabile del nostro territorio, non è ancora decollata. La nascita di Tua era stata salutata come possibile leva di politica economica per migliorare la qualità della vita degli abruzzesi, garantendo migliori collegamenti tra le zone interne e la costa, per arginare il progressivo spopolamento dell'Abruzzo montano e la congestione demografica della costa. Un'occasione per eliminare sprechi e inefficienze presenti nel sistema di trasporto pubblico, vista la carenza grave di atti programmatori in un settore che era vissuto alla giornata e tenuto in vita soprattutto grazie alle provvidenze pubbliche che oggi sono diminuite drasticamente. Così non è stato. La lunga lista di buoni propositi che hanno motivato la nascita di Tua oggi ci appare un bel libro dei sogni. E’ innegabile che al rilancio del Tpl abruzzese sia mancato innanzitutto un coinvolgimento degli enti locali: comuni e province sono stati splendidi convitati di pietra che non hanno quasi mai investito risorse per favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici per la mobilità collettiva, quando addirittura non hanno ostacolato la presenza del servizio di trasporto. Il loro disimpegno è palese se si considera l’assenza totale degli enti locali nel capitale azionario di Tua Spa. Oppure lo stupefacente disimpegno nel varare piani di trasporto e misure a costo zero, come la realizzazione e l'incremento di corsie preferenziali per i mezzi pubblici. Ma non è solo questa la causa della situazione di stallo in cui si dibatte il settore: ci sono problemi antichi mai affrontati e risolti, per esempio, la mancata integrazione tra le modalità di trasporto, quella su gomma e quella su ferro, che la Regione Abruzzo si era impegnata a realizzare dal 2014 con l'approvazione di tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale della legge sul biglietto unico treno/bus. Un primo passaggio indispensabile per arrivare all'integrazione dell'intera rete di trasporto in Abruzzo. Il titolo unico valido per viaggiare su tutti i servizi di Tpl disponibili nel nostro territorio, sia su rotaia sia su strada, non c'è ancora e non si sa quando gli abruzzesi potranno usufruirne. Tutto questo nonostante le altisonanti dichiarazioni di esponenti politici locali presenti in Consiglio regionale, sia di centrodestra sia di centrosinistra. Nonostante le grandi manifestazioni di interesse dell'Ad di Trenitalia Barbara Morgante per la nostra regione, l'azienda delle Ferrovie dello Stato non mostra grande interesse per il nostro territorio; pertanto una modifica dell'offerta dei suoi servizi che tenda all'integrazione con corse ed orari delle autolinee appare ogni giorno di più un miraggio. Accanto a Trenitalia che non ci ama, va evidenziata la mancata integrazione dei servizi gestiti dalle tre aziende pubbliche a capitale regionale, nonché l'eliminazione di doppioni di corse con conseguenti sovrapposizioni di servizi sulle stesse tratte anche con vettori privati. Di contro rimangono scarsamente serviti interi territori per mancanza di risorse necessarie per finanziare nuovi programmi di trasporto. Insomma, non siamo certo all'anno zero, ma in fondo al tunnel la luce non è ancora visibile.
Aristide RICCI giornalista esperto di trasporti