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Data: 28/08/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Gli incassi delle strisce blu per pagare gli stipendi Atac

Gli incassi della sosta tariffata per pagare gli stipendi dei 12 mila dipendenti di Atac. Con 1,4 miliardi di debiti, l'azienda dei trasporti, in attesa della procedura per il concordato che oggi muoverà il primo passo, non è in affanno solo nel pagamento dei fornitori, ma anche in quello degli stipendi.
LO SCONTRO
Andiamo indietro con il nastro, a martedì 22 agosto, vale a dire la sera precedente la defenestrazione di Andrea Mazzillo da assessore al Bilancio. In Campidoglio c'è una riunione molto tesa: oltre a Mazzillo, partecipano la sindaca Virginia Raggi, il capogruppo M5S Paolo Ferrara e l'assessore ai Trasporti, Linda Meleo. Oggetto: come facciamo a pagare lo stipendio di agosto di Atac? Alla soluzione dell'anticipo di cassa da parte di Roma Capitale, si oppone Mazzillo, che chiede, per rispettare la legge, quanto meno un documento di Atac che giustifichi la necessità di questa mossa di Roma Capitale. Alla fine il documento arriva, ma Mazzillo il giorno dopo è stato cacciato. L'anticipo sul contratto di servizio (che vale circa 600 milioni) copre comunque i 30 milioni per gli stipendi.
SETTEMBRE
Bene, tra un mese si riproporrà lo stesso problema? Probabile, ma potrebbe essere utilizzato uno strumento differente, sfruttando il contratto per la sosta tariffata e i parcheggi di scambio gestiti da Atac, grazie al quale l'azienda potrà pagare gli stipendi. Vale circa 30 milioni, ma è un jolly che si potrà giocare una volta sola, per cui per ottobre compare all'orizzonte un altro punto interrogativo. In sintesi: quella soluzione sarà solo un cerotto con cui si tenta di chiudere la falla di una diga che si sta allargando rapidamente. Per questo, per oggi dovrebbe partire la fase due, quella del concordato preventivo, contro la quale si era opposto Mazzillo, che crede nell'ipotesi della ristrutturazione dell'azienda gestita da Roma Capitale, ma che trova il sostegno del nuovo assessore al Bilancio, il toscano Gianni Lemmetti, che ha applicato la stessa soluzione per l'azienda dei rifiuti di Livorno (lì il debito era di 40 milioni di euro, ad Atac farebbero i caroselli con i bus se le dimensioni del passivo fossero di quel tipo). La tabella di marcia prevede la consegna della relazione scritta dal professor Carlo Felice Giampaolino, il super consulente voluto da Paolo Simioni, uno e trino presidente, amministratore delegato e direttore generale dell'Atac (su questo triplo incarico oggi il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, aprirà una indagine conoscitiva). Sulla base dello studio elaborato dal professor Giampaolino, che sarà consegnato anche al neo assessore Lemmetti, già domani o mercoledì il consiglio di amministrazione dell'Atac dovrebbe votare il via libera al concordato preventivo.
COMMISSARIO
Successivamente ci sarà richiesta di avvio della procedura al Tribunale fallimentare che avrà tra i 60 e i 120 giorni a disposizione per rispondere. In caso di risposta positiva, il tribunale nominerà un commissario giudiziario che si occuperà del debito. Il tribunale dovrà anche approvare il piano di rientro (e dunque di tagli). Proprio su questo Mazzillo aveva manifestato il suo dissenso, poiché sosteneva che affidare a un soggetto terzo le sorti di una azienda pubblica può risultare molto pericoloso. Da Milano, d'accordo la Raggi, i vertici del Movimento hanno però scelto una strada differente, simile a quella imboccata da Nogarin a Livorno per l'azienda dei rifiuti.

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