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Data: 30/08/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Lotta alla povertà, alle famiglie assegno di 485 euro al mese

ROMA Paolo Gentiloni ha sempre indicato il reddito di inclusione, la misura per dare una risposta alle frange più povere della popolazione, come uno dei provvedimenti prioritari del suo governo. Tanto che ha già promesso che con la prossima manovra di bilancio verranno trovati nuovi fondi per finanziarlo. Intanto però si parte. Ieri il consiglio di ministri ha dato il via libera definitivo al Rei, l'assegno fino a 485 euro al mese per le famiglie più povere. «Un aiuto», ha twittato il premier, per i «più deboli, un impegno di Governo Parlamento e Alleanza contro #povertà». Secondo le stime del ministero del Lavoro, con i soldi a disposizione, circa 2 miliardi di euro, si riusciranno a coprire 500 mila nuclei familiari, 420 mila con minori a carico. Si tratta di 1,8 milioni di persone, 700 mila delle quali non ancora maggiorenni. È solo un primo passo. I poveri assoluti, secondo l'Istat, sono 4,2 milioni. Secondo i calcoli dell'Alleanza contro la povertà, il sindacato delle associazioni che si occupano degli ultimi, per dare una risposta concreta a tutti servirebbero 7 miliardi di euro. Nella prossima manovra il governo ne stanzierà altri 1,5-1,6, arrivando ad una somma pari alla metà di quella necessaria. Ma con la promessa, elezioni permettendo, in quattro o cinque anni di coprire tutti. Proprio le risorse limitate, tuttavia, al momento hanno portato il governo a fissare una serie di paletti per poter ottenere il beneficio. La priorità verrà data alle famiglie che hanno minori o disabili a carico, e ai disoccupati che hanno più di 55 anni. Il reddito di inclusione sarà sottoposto alla «prova dei mezzi». Il calcolo è complesso, ma sarà semplificato grazie alla dichiarazione Isee precompilata. Semplificando al massimo, per ottenere l'assegno non si potrà avere un Isee superiore a 6 mila euro e un Isre, che altro non è che la parte reddituale dell'Isee, maggiore di 3 mila euro. Si potrà avere anche una seconda casa o dei titoli in banca. Ma il loro valore non potrà essere maggiore di 20 mila euro nel primo caso e di 6 mila euro nel secondo. L'assegno di penderà dai componenti del nucleo familiare. Si va da circa 190 euro per i single, fino ai 485 euro circa per le famiglie con cinque componenti o più.
LE DOMANDE
Le domande potranno essere presentate a partire dal prossimo primo di dicembre. Ma chi vorrà ottenere l'assegno del reddito di inclusione, non dovrà accettare una sorta di patto. Si tratta di un progetto personalizzato che servirà a trovare una strada per superare la condizione di povertà. Il patto dovrà essere sottoscritto da tutti i membri del nucleo familiare. Le condizioni potrebbero riguardare la ricerca attiva di una occupazione, o l'impegno a far frequentare le scuole ai figli. Chi non rispetta l'accordo perde il beneficio. Hanno espresso soddisfazione per la misura la sottosegretario Maria Elena Boschi («Fatti, non parole») e i ministri Martina, Orlando, Fedeli e Galletti. Critiche sulla portata della misura arrivano invece dalle opposizioni, in particolare dal M5s che rilancia la propria proposta sul reddito di cittadinanza e definisce il Rei un provvedimento «sterile, fallimentare e frammentario». A salutare positivamente il provvedimento sono anche molte associazioni impegnate sul fronte della povertà, che però mettono il risalto la limitatezza delle risorse. Save the Children chiede un piano contro la povertà minorile e Don Ciotti di Libera parla di buona notizia anche se il numero complessivo di famiglie in povertà assoluta è più alto. «Un grande traguardo», lo definisce invece la Fiopsd, la federazione italiana degli organismi che si occupano delle persone senza dimora.

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