PESCARA È morta su un giaciglio di fortuna, tra i senzatetto che ogni notte trovano rifugio sotto al tunnel, vicino alla stazione ferroviaria centrale. Poi, in serata, un 41enne è stato risucchiato e ucciso da un treno in corsa alla stazione San Marco (vedi servizio in basso): due tragedie, figlie del degrado urbano e sociale, hanno segnato un'altra giornata difficile per la città. In mattinata, una donna di 33 anni è stata trovata senza vita, riversa su un lato e avvolta in una coperta. Non si muoveva più, non reagiva, e qualcuno si è preoccupato di rivolgersi alla polizia ferroviaria per sollecitarne l'intervento. Subito dopo è arrivato l'equipaggio del 118. Ma per la giovane, A.C., pescarese, era ormai troppo tardi. Per il medico legale la morte sarebbe avvenuta diverse ore prima, nella notte. A quanto pare, per cause naturali. Sul corpo non c'erano segni di violenza e sarà l'autopsia ad accertare cosa abbia determinato il decesso. La donna si era allontanata da casa, due giorni fa, e aveva fatto perdere le tracce. I familiari, preoccupati per la sua sorte, ieri stesso avevano segnalato la scomparsa senza sapere dell'avvenuta tragedia si cui sono stati informati pochi minuti dopo il loro arrivo in questura. Qui hanno appreso del ritrovamento di una donna, che non aveva documenti di identità, ritrovata seminuda. Nella sua borsa, solo effetti personali e alcuni medicinali. Ma le sue caratteristiche fisiche coincidevano perfettamente con quelle della donna descritte e dalla sorella e dal cognato, che poi si sono precipitati sotto al tunnel della stazione. Si sono infilati nella galleria con l'auto e si sono trovati di fronte il corpo senza vita della congiunta. Una scena straziante. Alla sorella è toccato il compito del riconoscimento del cadavere. Concluso il lavoro della Polfer, coordinata sul posto da Marco Di Santo, A.C. è stata trasferita in obitorio, dove sarà eseguita l'autopsia (le indagini sono coordinate dal pm Rosangela Di Stefano). Ora il lavoro della polizia ferroviaria, coordinata da Davide Zaccone, è finalizzato a capire come sia finita lì la donna, che non frequentava quegli spazi, e in compagnia di chi. Da accertare, poi, con chi fosse nel momento in cui è morta. A questo scopo sono stati ascoltati, e saranno ascoltati nelle prossime ore, tutti coloro che sono stati in compagnia della 33enne nelle ultime ore di vita. Potrebbero essere loro a raccontare in maniera più o meno dettagliata cosa le sia accaduto nella notte e perché si trovasse in quel tunnel, destinato ad accogliere il mercatino etnico voluto dal Comune ma sistemato, fino ad ora, solo a metà. Ci si chiede, ad esempio, se la donna abbia assunto uno o più farmaci, tra quelli che portava con sé nella borsa e che usava per fronteggiare i suoi problemi, e se abbia avuto un malore improvviso che non le ha neppure consentito di chiedere aiuto. Pare, tra l'altro, che martedì pomeriggio la 33enne abbia raggiunto l'ospedale per un controllo, come era già accaduto altre volte, ma sia andata via prima di incontrare i medici.Tanti gli interrogativi su questa fine assurda, avvenuta in un posto squallido, sporco e maleodorante, un ex parcheggio dove si rintanano molti disperati che non hanno una casa o che vogliono ripararsi da occhi indiscreti, come prostitute e tossicodipendenti. Sempre lì, all'inizio del mese, un senegalese è stato malmenato da tre persone (due sono state arrestate) solo perché ha chiesto ad una prostituta di mantenere la zona pulita, essendo - di fatto - un dormitorio.