L’AQUILA - La fusione tra Ama, Azienda per la mobilità del Comune dell’Aquila, e Tua, società unica per il trasporto della Regione Abruzzo, questione che ha creato polemiche nelle ultime settimane, avverrà entro il prossimo 30 giugno.
Il cronoprogramma è stato stabilito oggi, in un incontro nel municipio di palazzo Fibbioni.
Entro il prossimo 30 settembre, un gruppo tecnico formato da rappresentanti di Comune, Regione, Ama e Tua provvederà a completare la “due diligence”, ovvero la verifica di tutte le informazioni della società, fiscali, contabili, contrattualistiche eccetera.
Entro il 31 dicembre, sarà portata all’attenzione del Consiglio regionale la legge per procedere al passaggio di fusione tra Ama e Tua, che verrà completato, appunto, per giugno del nuovo anno.
Alla riunione hanno partecipato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il consigliere regionale con delega ai trasporti, Camillo D’Alessandro, che si sono lanciati accuse pesantissime sui media, l’assessore comunale alla Mobilità Carla Mannetti, che ha funto da paciere, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, l’amministratore unico dimissionario di Ama, Agostino Del Re, confermato dal centrosinistra poco prima delle elezioni, e i tecnici della società partecipata del capoluogo, il direttore d’esercizio, Antonio Montanaro, e Vincenzo Mergiotti per conto di Tua.
“D’Alessandro ha ribadito la volontà della Regione di arrivare alla fusione tra Ama e Tua, ma andranno fatte delle valutazioni per capire se, preliminarmente, sarà necessaria l’acquisizione dell’azienda aquilana in quella regionale”, ha spiegato Biondi.
“Ogni decisione verrà presa dopo che verranno completate le operazioni di due diligence - ha aggiunto - Finalmente si profila una svolta decisiva su un’operazione, fortemente voluta anche dai lavoratori Ama che, con un referendum, hanno votato in massa per la fusione in Tua”.
Una fusione, per il primo cittadino, “possibile grazie alla collaborazione tra enti che possono e devono sostenersi per un solo obiettivo: facilitare e migliorare le condizioni di vita della collettività”.